Ma il Comune dimentica di aggiornare i dati sul sito
Contribuenti costretti ai calcoli fai-da-te con il rischio di sbagliare i conti perché le aliquote e le informazioni on line per Imu e Tasi sono ferme al 2014
PESCARA. I dati di Imu e Tasi sul sito Internet del Comune sono fermi all’anno scorso. Nessuno ha provveduto ad aggiornarli, nonostante la prossimità della scadenza per il pagamento della prima rata delle due imposte locali.
Il rischio di errore per i contribuenti che devono calcolarsi da soli la tassa da pagare è molto alto, perché non sono state corrette neppure le aliquote dell’Imu, cambiate un mese fa dal consiglio comunale.
Il rischio si fa ancora più alto, se si effettua il conto con il calcolatore automatico presente sempre sul sito del Comune, perché neanche quello è stato aggiornato. Il calcolatore effettua il conteggio prendendo in considerazione le aliquote del 2014. Ciò può andare bene per la Tasi, perché dall’anno scorso non è cambiato nulla, ma non per l’Imu. Le aliquote ridotte riservate alle case affittate a canone concordato e ai fabbricati concessi dal proprietario in uso gratuito ai propri figli, pagano da quest’anno l’Imu con l’aliquota al massimo.
A questo punto appare più prudente procedere con i calcoli manuali per determinare l’imposta da pagare. Come al solito, sia per l’Imu che per la Tasi, è necessario, per poter procedere ai conteggi, avere la rendita catastale degli immobili soggetti a tassazione. La rendita si ricava dal contratto di acquisto, dal rogito notarile, o dalla visura catastale. La rendita può essere verificata anche collegandosi al sito dell’Agenzia del territorio. Per procedere alla consultazione è sufficiente selezionare il Comune dove è ubicato l’immobile e scegliere la tipologia, fabbricato o terreno. Successivamente, andranno inseriti il codice fiscale del titolare, il foglio e il numero della particella. Bisogna ricordare, comunque, che per calcolare l’Imu o la Tasi è indispensabile rivalutare la rendita catastale del 5 per cento. Poi, si dovrà applicare il coefficiente previsto dalla legge. Coefficiente che cambia a seconda della tipologia dell’immobile. Ad esempio, per le abitazioni il moltiplicatore è 160. Per i laboratori artigianali, gli stabilimenti e gli impianti sportivi, 140. Per gli uffici e le banche, 80. Per i capannoni e gli alberghi, 65. Infine, per i negozi, 55.
Il passo successivo è l’individuazione dell’aliquota e dell’eventuale detrazione per il calcolo finale. Il risultato si dividerà per due per determinare l’acconto.(a.ben.)
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