ABRUZZO
Marcinelle, dall'esame del Dna un'altra vittima abruzzese
Uno dei 14 minatori ancora non identificati e sepolti nel cimitero del Bois du Cazier era di Alanno. La scoperta grazie al test genetico
Una delle vittime riconosciute con l'esame del Dna tra le 14 ancora non identificate e sepolte nel cimitero dei minatori del Bois du Cazier, a Marcinelle, Dante Di Quilio, era abruzzese. Era nato ad Alanno (Pescara) il 10 novembre 1928 e risiedeva a Manoppello. Nella tragedia della miniera lasciò moglie e due figli.
A Marcinelle l’8 agosto del 1956 morirono 60 abruzzesi di cui 24 di Manoppello, comune vicino ad Alanno. In totale nella miniera morirono 262 persone di cui 136 italiani.
Il test del Dna è stato voluto dopo tanti anni per dare una identità alle vittime rimaste senza nome.
"A distanza di tanti anni c'è ancora tanta rabbia nei confronti delle autorità belghe. Io ho perso mio padre che aveva 40 anni ed era stato mandato alla miniera come oggi vengono in Italia questi poveracci che scappano dall'Africa, per la fame". A 76 anni Nino Di Pietrantonio, presidente dell'Associazione vittime del Bois du Cazier, commenta amareggiato il riconoscimento di una delle vittime di Marcinelle tramite il dna.
Dante Di Quilio era sì nato ad Alanno, ma risiedeva a Manoppello, ricorda Di Pietrantonio, e Manoppello è un po' il centro della memoria della tragedia in Abruzzo. A quanto pare il riconoscimento è stato possibile con un prelievo di dna con la figlia di Di Quilio, che dovrebbe abitare a Milano. "Ma a me risulta anche che è stata riconosciuta un'altra vittima, Eduardo Romasco di Manoppello - puntualizza Di Pietrantonio, che proprio per il suo impegno è stato nominato Cavaliere dal presidente - ma i belgi hanno fatto le cose un po' alla buona, diciamo".
Più laconico invece il commento del sindaco di Alanno, Oscar Pezzi, il quale afferma che "ovviamente non ho notizie ufficiali di questo riconoscimento del nostro concittadino, ma trattandosi di un martire del lavoro e dell'emigrazione certamente faremo qualcosa per ricordarlo assieme ai familiari che risiedono qui o altrove".