PENNE

Maria e i suoi cagionetti: «Un migliaio ogni Natale»

I dolci della tradizione. A 88 anni la stessa ricetta, tramandata da mamma e suocera: gli stessi riti dal 1957

PENNE. Ha 88 anni Maria “la sarta”, appassionata di letteratura, carattere travolgente ed entusiasta. E, ogni anno, quattro giorni prima di Natale, prepara e frigge almeno un migliaio di caggionetti. Lo fa «per vedere felice la mia famiglia», dice.

Dalla mattina presto, con la figlia Roberta e la nuora Marisa, comincia a preparare i composti di antica tradizione «mosto cotto col miele e niente zucchero, cannella, noci, ceci, marmellata d'uva, di amarene e mele, tutto fatto in casa». La stessa ricetta, tramandata da mamma Giulia e dalla suocera Giuseppina, e gli stessi riti dal 1957.

«Avevo 21 anni quando ho preparato i caggionetti per la prima volta», racconta Maria Giuseppina Frattarola, classe 1936, dalla sua casa di contrada Truviano, quartiere Villa Leopardi, a Penne, «una volta la pasta si stendeva col mattarello perché non c’erano le macchinette di oggi, la sfoglia deve essere sottile sottile. Poi si preparava il ripieno che deve bollire piano piano, non deve essere troppo asciutto né troppo morbido. Come si fa a decidere quando è pronto? È l'occhio che comanda, ci vuole molta attenzione». E ogni volta «era una festa, si stava tutti insieme a chiacchierare e mangiare fino a sera», prosegue Maria , originaria di Farindola, figlia di Francesco Frattarola, artigiano, e Giulia Salzetta, sposata a San Panfilo con Antonio Vecchiotti, scomparso tre anni fa, madre di tre figli, Franco, 64 anni, Paola, 57 e Roberta, 55.

«Bei tempi, preparavamo i vassoi da consegnare alle persone che si ritenevano più influenti del paese, il medico, il farmacista, il sarto, il calzolaio. E poi, durante la preparazione, quanti piatti viaggiavano su e giù per il vicinato, in contrada Le Macchie, dove vivevo a Farindola. Quest’anno abbiamo pronti 26 vassoi, ma sono tutti per la famiglia», che si estende ai nipoti Giulia, biologa all’ospedale di Pescara; Giorgia, professoressa di Lettere; Andrea, ingegnere biomedico e Paolo, cuoco pizzaiolo in Finlandia. E tutti insieme si ritrovano per le feste.

Racconta Maria, prima di 5 figli con Lina, Ada, Dina e Felice, un lavoro mancato alla Brioni «non ci sono voluta andare perché mi piaceva cucire gli abiti da sposa, il primo è stato il mio, e l'ultimo a 81 anni per mia nipote e volevo fare quello che mi pareva », che i tempi della guerra sono stati duri a Farindola. «Avevamo paura, erano pianti e strilli tutto il giorno con le bombe e la fame. Abbiamo ospitato una famiglia ebrea tedesca, madre e quattro figli piccoli, rivisti 73 anni dopo grazie a una ricerca di mia sorella Lina, insegnante che ha scritto un libro sulla nostra famiglia ».

Il segreto della longevità per Maria, divoratrice di libri (ne ha 600 nella biblioteca di casa) a dispetto delle migliaia di caggionetti che frigge da 69 anni, è «mangiare tante verdure e frutta. Io preparo le ricette ma tutti s'ammazzano per mangiare», scherza. Ed è già pronto il menù di Natale: «Carratini con gli astici, formaggio al forno, cace e ove», ma la sue specialità sono anche «gnocchi, felacchiate col peperone dolce, zucca e fagioli. Il mio sogno? I pranzi in famiglia e i nipoti laureati. Ho tutto».