Mattarella e l’auditorium mai aperto
Gallerati ricorda l’arrivo in città dell’allora ministro della Difesa che inaugurò l’opera nel vecchio cimitero
MONTESILVANO. Era l’8 aprile del Duemila quando l’allora ministro della Difesa, Sergio Mattarella, arrivò in città per inaugurare l’auditorium Sciarretta, originale opera architettonica realizzata nell’antico cimitero del borgo storico e che oggi giace abbandonata. A 14 anni da quella cerimonia, e a pochi giorni dall’elezione di Mattarella a presidente della Repubblica, l’allora sindaco di Montesilvano Renzo Gallerati, fotografie alla mano, non nasconde un pizzico d’orgoglio per aver accolto nella città adriatica il futuro capo dello Stato.
«Mi ha molto emozionato rivedere queste belle immagini dopo tanti anni, nel momento in cui l’Italia è stata chiamata a scegliere il successore di Giorgio Napolitano, e a mio avviso non si poteva eleggere personaggio migliore», commenta Gallerati spiegando le ragioni della visita di Mattarella. «Montesilvano ebbe il privilegio di ospitare molte visite istituzionali in quanto città di un collegio fortunato perché allora rappresentato, per dieci anni, dall’abruzzese Franco Marini. E io, da sindaco, mi rivolgevo a lui per cercare di ottenere per Montesilvano le migliori attenzioni. In questo caso, in particolare», prosegue, «il gol lo facemmo quando decidemmo di affidare al più giovane presidente dell’ordine degli architetti d’Italia, il montesilvanese Marco Volpe, la riqualificazione del vecchio cimitero, sito da anni abbandonato, per trasformarlo in auditorium. L’opera fu intitolata a un nostro concittadino, martire di Cefalonia, l’avvocato Luigi Sciarretta, un ufficiale del Genio militare che, una volta fatto prigioniero, morì a bordo di una nave silurata e affondata nel Mar Egeo».
Per l’occasione, Gallerati invitò, con l’ausilio di Marini, l’allora ministro della Difesa Mattarella, che accettò e venne accolto dal sindaco e dall’allora giovane consigliere regionale, Luciano D’Alfonso. «Organizzammo una bella cerimonia accompagnata dalle note della banda dell’Esercito», prosegue l’ex primo cittadino, «e io rimasi piacevolmente sorpreso da quell’uomo di Stato. L’opinione che ne ebbi subito, infatti, è che fosse un uomo di grande spessore culturale. Ci stupì, perché non si limitò al classico taglio del nastro ma tracciò un profilo umano inedito di Sciarretta che, qui a Montesilvano, era una persona molto stimata. La statura dell’uomo di Stato si vedeva già allora, perché non cercava le telecamere, non era affatto civettuolo né si atteggiava a prima donna».
Purtroppo, all’inaugurazione in pompa magna dell’opera architettonica, pluripremiata a livello nazionale, non ha mai fatto seguito un altrettanto, degno utilizzo dell’auditorium. Dopo la ristrutturazione, costata all’amministrazione comunale 198 milioni di vecchie lire, infatti, l’opera ha ospitato solo per un breve periodo concerti e spettacoli teatrali, per poi essere abbandonata a se stessa, vittima dell’usura del tempo e dell’azione dei vandali.
«Nel 2012, l'auditorium è stato riaperto per la una rappresentazione teatrale organizzata da una scuola cittadina», ha ricordato di recente l’architetto Volpe, il quale non riesce a capacitarsi di tanta indifferenza, «e ho avuto l'impressione che la natura si stesse pian piano riappropriando di quel luogo così suggestivo». Eppure l’auditorium, che conta circa cento sedute fisse e altrettanti posti mobili, potrebbe rappresentare un’importante risorsa per una città priva di spazi culturali.
E c'è già chi pensa di invitare nuovamente il presidente Mattarella per restituire linfa vitale e prestigio a quell'ex cimitero, oggi suggestiva ma abbandonata opera architettonica.
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