Micro Comuni, la beffa degli aiuti è servita
L’avviso emanato dalla Regione per evitare lo spopolamento esclude dai contributi i territori più piccoli
L'AQUILA . Da Cugnoli, che conta 1.491 abitanti, fino a Montelapiano, 68 abitanti, passando per Opi (379), Villetta Barrea (608), Civitella Alfedena (294). Sono 163 i piccoli comuni abruzzesi, compresi quelli del celebre film "Un mondo a parte" di Riccardo Milani, con meno di 1.501 abitanti. Resteranno tutti a secco.
Lo denuncia Lorenzo Berardinetti, presidente regionale dell'Uncem: il bando, emanato dalla Regione per evitare lo spopolamento, aiutando i borghi a sostenere le spese per i Puc, i nuovi piano regolatori, è un vero flop. E monta la protesta dei sindaci che, attraverso l'Unione dei comuni e comunità montane, chiedono un incontro urgente all'assessore regionale alle politiche sociali e agli enti locali, Roberto Santangelo. Sotto accusa i criteri di concessione dei contributi per agevolare i comuni abruzzesi nella revisione - peraltro obbligatoria per legge - dei piani regolatori urbanistici. «Siamo all'assurdo», dichiara Berardinetti, «la nuova legge urbanistica obbliga tutti i comuni a rivedere i piani regolatori, pena il blocco totale dell'urbanizzazione e delle aree edificabili. Di fatto, senza la rimodulazione del Piano comunale urbanistico non si possono concedere nuovi permessi a costruire. Come rappresentanti territoriali di Uncem, Anci e Ubi abbiamo portato all'attenzione dell'assessore Santangelo le enormi difficoltà, di natura economica, che hanno i comuni, soprattutto i più piccoli, nel procedere con le varianti ai piani regolatori e abbiamo chiesto un contributo alla Regione».
A distanza di cinque mesi da quell'incontro, la Regione ha emanato un bando che concede un contributo di 15mila euro ai comuni tra i 1.501 e i 5.000 abitanti.
«Un paradosso», sottolinea il presidente Uncem, «l'azione della Regione va a penalizzare proprio i centri minori, sotto i 1.500 abitanti, che hanno più bisogno di un aiuto economico: le spese per la redazione dei nuovi piani urbanistici sono pressoché le stesse per tutti i comuni, che devono conferire un incarico esterno, che ha un costo. Spese che i paesi con pochi abitanti, proprio per ragioni di cassa e bilancio, non sono in grado di sostenere». «Non comprendiamo la scelta fatta», incalza Berardinetti, «né le modalità di applicazione del bando, di cui chiediamo l'immediata revisione, con l'estensione del beneficio a tutti i comuni sotto i 5mila abitanti o, ancora meglio, sotto i 3mila. Quelli che hanno maggior bisogno».
L'Uncem chiederà un incontro urgente all'assessore Santangelo, vista la prossima scadenza del bando. «Non abbiamo molto tempo, ma i criteri di accesso ai finanziamenti vanno rivisti», dice Berardinetti, «si parla tanto di spopolamento dei centri montani e del piccoli borghi, della difficoltà di attrarre residenti in modo permanente: poi, non diamo la possibilità di farlo. La Regione è chiamata a sostenere i Comuni maggiormente in difficoltà, i più piccoli e dimensionati. Solo incentivando i servizi, si può frenare lo spopolamento. Abbiamo anche chiesto di rivedere la norma che prevede le pluriclassi sotto i sette bambini. Senza aiuti e incentivi e in assenza di servizi, nessuno sceglierà di restare nei borghi abruzzesi».