via livenza
Montesilvano, arrestati 2 pescatori: nel controllo spuntano le pistole
In manette Giancarlo Ciroli, 50 anni e Massimo Camplone, 52 anni. L'accusa è detenzione e porto illegale di armi clandestine
MONTESILVANO. Li hanno arrestati con l’accusa di detenzione e porto illegale di armi clandestine. Due imprenditori del settore ittico, Giancarlo Ciroli, 50 anni e Massimo Camplone, 52 anni, sono stati bloccati dai carabinieri della compagnia di Montesilvano e sono finiti in carcere ieri sera con l’accusa di aver portato in giro per Montesilvano due pistole con la matricola abrasa.
Secondo la ricostruzione fatta dagli uomini della compagnia di Montesilvano guidati dal capitano Enzo Marinelli e coordinati dal luogotenente Claudio Ciabattoni tutto è iniziato intorno alle 18 quando al centralino del 112 è arrivata la telefonata di un cittadino che raccontava di aver visto un uomo che puntava una pistola in aria e diceva frasi non comprensibili in via Livenza.
Quando i carabinieri sono arrivati sul posto, però, in strada non c’era nessuno. Due persone si sono avvicinate alla gazzella e hanno indicato ai carabinieri una Mercedes classe A, dicendo che l’uomo che girava con la pistola era lì dentro.
I militari hanno fermato l’auto, che stava andando via, e hanno chiesto alle due persone che c’erano dentro, e sembravano abbastanza alterate, di scendere. L’uomo che era alla guida è sceso dall’auto senza protestare. Ma quando i militari hanno guardato sul sedile hanno visto che c’era una pistola. Anche il passeggero è uscito dall’auto ma scendendo è caduto. Quando lo hanno perquisito i militari non gli hanno trovato addosso nulla, ma per terra i carabinieri hanno trovato una seconda pistola.
I due, che non hanno opposto resistenza, sono stati portati in caserma. Da un primo esame è risultato che le due armi, una Beretta modello 9x21 con dieci cartucce dentro e una Beretta modello 34 calibro 7,65, avevano entrambe la matricola abrasa. Nell’auto, poi, sono state trovate altre tre cartucce calibro 7,65.
Le armi sono state immediatamente inviate al Ris di Roma, il reparto investigazioni scientifiche, per le analisi di rito che diranno se quelle armi sono mai state usate per commettere crimini o meno.
I due, che sono difesi dall’avvocato Luca Sarodi di Pescara, sono stati invece condotti nel carcere di San Donato e nei prossimi giorni verranno sentiti dal gip per l’interrogatorio di garanzia.(l.ve.)
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