il caso
Montesilvano, multato perchè dava cibo ai gatti
Ben tre vigili urbani si sono appostati in via Monte Fumaiolo per cogliere sul fatto un 69enne che sfamava dei micetti randagi e multarlo di 50 euro
MONTESILVANO. Vietato sfamare gatti e gattini randagi a Montesilvano. Chi trasgredisce, paga 50 euro di multa. A fare le spese del divieto di dar da mangiare ai piccoli felini senza padrone è stato due giorni fa B.R, un 69enne residente nel rione collinare tra Santa Filomena e Montesilvano Colle. Una pattuglia di tre vigili urbani si è appostata in via De Gasperi, all’incrocio con via Monte Fumaiolo, l’angolo della città a rischio di essere insudiciato dal cibo destinato a tre gattini senza più la mamma. Forse l’obiettivo dell’operazione, effettuata in incognito con un’auto senza scritte, era di cogliere sul fatto il benefattore dei micetti abbandonati. Quindi di identificare il “ gattaro “abusivo" nell’atto di trasgredire le norme comunali. «Qualche settimana fa, mentre andavo a buttare l’immondizia ho visto i tre gattini affamati» racconta il 69enne «siccome mi dispiaceva vederli sofferenti, ho preso l’abitudine di portare loro da mangiare. Qualche boccone di avanzi, piccole quantità di cibo per nutrirli. Non stiamo certo parlando di pentole piene, solo di una minuscola vaschetta. Le bestiole ormai mi riconoscono. L’altra mattina, mentre stavo per dare loto da mangiare, ho notato un’auto con tre persone a bordo. Sulle prime, non ci ho dato peso. Dopo aver poggiato la vaschetta, però, i tre si sono avvicinati. Erano vigili urbani. Mi hanno chiesto i documenti e poi contravvenzionato. Non penso sia giusto multare un cittadino che sfama tre micetti».
Di confortante in questa vicenda c’è che se, a Montesilvano, la polizia locale può permettersi di schierare tre agenti per controllare chi dà da mangiare ai gatti randagi, vuol dire che non devono esserci problemi più urgenti e gravi. Così, tanto per chiarire, la norma violata da B.R. è l’articolo 34 del regolamento sul “benessere” animale, che consente solo ai gattari ufficiali, muniti di tesserino di riconoscimento, di sfamare i randagi nelle aree pubbliche consentite. Quindi, se a un pelosetto capita la disgrazia di nascere o di essere abbandonato in una zona non frequentata dai gattari, lontano da una colonia felina riconosciuta dalla Asl, può serenamente morire di fame.
L’importante è che la città non venga deturpata da una vaschetta di cibo. Ultima annotazione: il Tar Puglia ha annullato un’analoga ordinanza sindacale che vieta di somministrare in strada cibo agli animali.
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