Montesilvano, villetta confiscata a una famiglia rom
Beni sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati: requisito l’immobile in via Mincio. De Martinis: pronti a usare l’edificio
MONTESILVANO. Un appartamento di circa 200 metri quadrati è stato confiscato a una famiglia di origini rom e presto potrebbe entrare a far parte del patrimonio comunale e dunque essere utilizzato per progetti con finalità sociali. È accaduto in via Mincio 14 dove ieri mattina, nel corso di una maxi operazione condotta congiuntamente da carabinieri, questura, polizia locale, vigili del fuoco e Croce Rossa, l’appartamento al piano terra è stato sgomberato definitivamente.
Si tratta dell’ultimo atto di una procedura avviata nel 2011 nei confronti di Ferdinando Spinelli e della moglie Giovina Di Giorgio, che 5 anni fa portò al sequestro dell’intero patrimonio di famiglia del valore complessivo di circa 1,8 milioni di euro, intestato a figli e nipoti della coppia. Le forze dell’ordine dimostrarono con gli accertamenti patrimoniali che i beni della famiglia Spinelli erano sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati e quindi, dedussero, comprati con i soldi guadagnati grazie ad attività illecite, in particolare spaccio di eroina e cocaina in cui venivano utilizzati come corrieri anche i nipoti minorenni della coppia. I sigilli scattarono, quindi, ai due appartamenti di via Mincio in cui viveva l'intero nucleo familiare di Ferdinando Spinelli, uno a piano terra di circa 200 metri quadri e l’altro al primo piano di circa 60 metri quadri, oltre che a un appartamento a Pescara in via Stradonetto e un’altra casa con garage in via Tevere. Sotto sequestro finirono anche 7 macchine e tre motocicli. Ed è proprio una di quelle case sequestrate in via Mincio, quella al piano terra composta da 8 vani, che ieri è stata confiscata e assegnata all’agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
«Abbiamo già dato piena disponibilità ad accogliere nel patrimonio comunale, se ve ne sarà la possibilità, l’immobile confiscato questa mattina sul nostro territorio», commenta il vicesindaco Ottavio De Martinis, presente ieri alla maxi operazione. «Esprimiamo tutto il nostro plauso per l’operazione che ha portato a una confisca condotta nel nome della legalità. Le necessità di un ente locale sono numerose e dunque acquisire un edificio, peraltro di tali dimensioni», conclude De Martinis, «potrebbe supportare il nostro Comune soprattutto in progetti con finalità sociali, divenendo un simbolo per tutta la città».
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