Morganti doppio ex: Ho il cuore a metà ma tifo per il Chieti

20 Maggio 2013

Il tecnico di Senigallia anticipa la sfida play off del Fattori: «I neroverdi possono ripetere la cavalcata del 2001»

CHIETI. L’amore per il Chieti, l’amicizia con Giovanni Pagliari. Il cuore di Gabriele Morganti è diviso a metà. Il tecnico di Senigallia ha fatto la storia dei colori neroverdi in tre vesti differenti: prima da calciatore (dal 1989 al 1993), poi da direttore sportivo (1996/97) e infine da allenatore (2000/01 e 2005/2006). Per lui, la semifinale play off tra Chieti e L’Aquila sarà «un derby fratricida». Non tanto per i suoi trascorsi come allenatore sia sulla panchina neroverde sia su quella rossoblù (2001/02), quanto per il rapporto speciale che lo lega alla piazza teatina e all’amico Pagliari, ora allenatore dell’Aquila ma ex attaccante del Chieti, con il quale vinse un campionato di C2 nel 1991.

Morganti, per chi tiferà tra Chieti e L’Aquila?

«A livello personale non c’è partita perché Chieti fa parte di me in tutti i sensi e ho il cuore neroverde, ma sono un grande amico di Pagliari e mi dispiacerebbe se venisse eliminato. Avrei preferito che questa fosse la finalissima. Mi auguro vinca la squadra che nelle due partite abbia meritato di più. Sarà un bel mix di emozioni, ma è chiaro che 7 anni in neroverde mi portano a tifare Chieti».

Conoscendo Pagliari, come vivrà questo derby?

«Ci sentiamo tutte le settimane ma da quando abbiamo saputo che nei play off ci sarebbe stato il derby, non ci siamo più sentiti e non lo faremo. Non verrò nemmeno a vedere la partita perché starei troppo male. Al di là del cuore, comunque, Giovanni è andato all’Aquila per vincere e da professionista penserà solo a battere il Chieti. Ma penso che al ritorno, quando tornerà all’Angelini, vivrà emozioni forti perché tutti lo ricordano con grande piacere. Vi racconto un episodio: vincemmo 1-0 in trasferta e gli avversari tentarono di aggredirci sfondando la porta del bagno. Volevano picchiarci. Giovanni si nascose negli spogliatoi e lo salvai grazie alla mia parlantina da capitano. Deve a me la sua incolumità».

Qual è la favorita?

«Il Chieti è una bella squadra, giovane e dinamica. È una partita aperta tra due squadre differenti. Contano anche la mentalità del gruppo e la voglia di dimostrare di poter arrivare fino in fondo. In questo il Chieti è avvantaggiato perché ci arriva in una condizione psicologica ottimale perché all’inizio nessuno se lo aspettava e adesso vogliono stupire ancora. Sarà una bella sfida, purtroppo fratricida».

Il Chieti di De Patre ha eguagliato il suo record di 12 risultati utili consecutivi. Può ripetere la cavalcata del 2000/2001 e centrare la promozione?

«Sì, l’importante è trovare uno spirito di gruppo. Questa squadra ha molte analogie con la mia: anche su di noi si diceva che eravamo troppo giovani e che avevamo giocatori l’anno prima retrocessi come Drago e Bolla o che non avevano mai fatto campionati buoni. Si pensava che quel Chieti si salvasse al massimo ai play out. Dissi subito alla squadra di dimostrare che la gente si stava sbagliando e che noi saremmo stati un osso duro per chiunque. Anche oggi ci sono le premesse per ripetere la storia e piccoli campioncini in embrione che possono spiccare il volo: Gandelli e Del Pinto, ma da ex difensore mi piace Pepe. Auguro a De Patre di centrare la promozione, magari proprio in finale col Teramo. Come 12 anni fa».

A quale ex bomber neroverde paragonerebbe De Sousa?

«A Corrado Baglieri. Ha talmente tanta qualità che può cambiare la partita quando e come vuole».

Pagliari riuscirà a portare L’Aquila in Prima divisione?

«Deve prima fare i conti col Chieti. Ecco perché è come un cane che si morde la coda… Lui ha accettato L’Aquila perché convinto di fare bene anche in poco tempo dato che aveva una squadra molto forte. Il problema è fare di un gruppo di giocatori una squadra e adesso c’è poco tempo. Contano più cuore e spirito di gruppo, qualità che oggi ha più il Chieti».

Un giorno tornerà a lavorare a Chieti?

«Se il Chieti avrà bisogno di me, prima che un allenatore, troverà uno che ama la città e la gente perché questi colori mi sono entrati dentro. L’amore per il Chieti rimarrà per tutta la vita: io per i neroverdi ci sarò sempre».

Giammarco Giardini

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