Naiadi, faccia a faccia D’Alfonso e Di Renzo «Evitare la chiusura»

Ieri incontro in Regione e il 7 gennaio vertice tra gli avvocati In ballo gli investimenti dell’imprenditore mai rimborsati

PESCARA. La diatriba tra Regione Abruzzo e Progetto Sport Gestione Impianti srl in merito al complesso Le Naiadi, di proprietà dell'ente pubblico ma gestito dalla società privata, dovrebbe arrivare a una soluzione più o meno definitiva il 7 gennaio, quando gli avvocati delle due parti si riuniranno per un tavolo operativo. L'obiettivo è di arrivare a una soluzione tra le due parti riguardo alle spese sostenute per i lavori di manutenzione straordinaria dalla Progetto Sport e rivendicate alla Regione, ma da quest'ultima non pagati senza dover arrivare a porre la questione davanti a un giudice o a un tribunale.

Questo quanto emerso ieri dopo un incontro a Pescara nella sede della Regione tra il governatore Luciano D'Alfonso e l'amministratore della Progetto Sport Luciano Di Renzo utile a fare il punto della situazione sulla gestione di un impianto finito nell'occhio del ciclone nelle ultime settimane, prima per il grido d'allarme di Di Renzo che denunciò come sarebbe stato complicato riuscire ad andare avanti senza il rimborso da parte della Regione e poi per l'indagine che riguarda lo stesso Di Renzo per bancarotta fraudolenta e l'istanza di fallimento del 15 gennaio per la Progetto Sport.

Tre i capisaldi del governatore nel corso dell'incontro di ieri: fare un'operazione verità rispetto al passato, la necessità che il servizio non subisca alcuna interruzione e l'instaurazione di nuovi rapporti convenzionali tra la parte pubblica e quella privata. La tappa finale vuol essere, dopo aver sanato i rapporti debitori tra Regione e Progetto Sport, quella di ragionare su una nuova convenzione che regoli meglio e più efficacemente la relazione tra pubblico e privato. Alla riunione era presente anche il commissario liquidatore dell'Azienda di turismo, ente che nel 2007 ha curato il passaggio delle Naiadi alla Regione Abruzzo.

Di Renzo ha ribadito la richiesta di rimborso di lavori effettuati mai pagati. Dal 2007, secondo quanto riferito dalla società, sono stati effettuati lavori per 2 milioni 400 mila euro, di cui circa 750 mila di manutenzione straordinaria urgente e il restante di investimento per la piena funzionalità della struttura. La Regione sostiene che quei lavori non sono stati mai autorizzati e dunque non possono essere liquidati. «È indispensabile che si arrivi a una soluzione condivisa con la traduzione di atti negoziali», dice D'Alfonso, «e cioè a un tavolo operativo tra le parti che indichi con precisione il dare e avere da parte dei due contraenti in modo da evitare, tra le diverse conseguenze, anche la sospensione dell'attività sportiva-ricreativa. Di certo l'attuale convenzione che regola i rapporti è inadeguata e superata; da qui la necessità di un nuovo strumento regolatore che ridisegni funzioni e competenze e soprattutto indichi una nuova missione della struttura sportiva e che tenga in debito conto la redditività della stessa strettamente connessa alla piena funzionalità». Tra le ipotesi emerse dal tavolo, c'è anche quella di un restyling tecnico che potrebbe essere fatto dalla proprietà, la Regione Abruzzo, per eliminare le attuali criticità che di fatto provocano un pesante aggravio economico nella gestione ordinaria dell'impianto. Per D'Alfonso è però «necessario e indispensabile per riavviare il procedimento amministrativo che l'attuale situazione di contenzioso venga risolta al più presto». Soddisfatto dopo l'incontro anche Di Renzo: «Sono molto soddisfatto perché finalmente dopo cinque anni c'è un interlocutore che vuole affrontare i problemi e non si tira indietro. Ci vedremo con alcuni dirigenti regionali il 29 dicembre, l'idea è quella di continuare con un esercizio di questo tipo».

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