Natura morta a Francavilla
Da oggi la mostra con Morandi, Fontana, Guttuso e Pistoletto
«Oltre l’oggetto. Morandi e la natura morta oggi in Italia» è il titolo della mostra che si inaugura oggi, alle 18, nel museo Michetti di Francavilla. La rassegna, il cui nucleo centrale è composto da dipinti e acqueforti di Giorgio Morandi, presenta, suddivise in otto sezioni, oltre cento opere complessive di alcuni fra i maggiori artisti italiani degli ultimi cinquant’anni, tra cui Renato Guttuso, Lucio Fontana e Michelangelo Pistoletto. All’inaugurazione di oggi interverranno il presidente del Senato della Repubblica, Franco Marini, e l’onorevole e critico d’arte Vittorio Sgarbi. L’esposizione, curata da Marilena Pasquali, è organizzata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Francavilla con la collaborazione del Centro studi Giorgio Morandi di Bologna. All’inaugurazione di oggi sono stati invitati anche il presidente della Regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco, l’assessore regionale alla Promozione culturale, Betti Mura, e il presidente della Provincia di Chieti Tommaso Coletti.
La mostra si basa sull’ipotesi critica che in Italia molti tra i più importanti artisti del ventesimo secolo e di oggi, hanno dedicato, e dedicano, un’attenzione particolare alla natura morta quale terreno di indagine sulla relazione tra le forme, palestra di equilibrio e misura, tensione all’armonia della composizione. L’esposizione abruzzese, nel rendere omaggio all’artista bolognese, considerato uno dei massimi interpreti della scuola metafisica, si propone di analizzare la persistenza del concetto di natura morta a partire dagli anni Cinquanta e le sue trasformazioni nell’arte di oggi. La mostra, come si legge nella nota di presentazione, «si presenta come una scommessa e un rilancio della pittura e scultura contemporanee». Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso la visione delle opere di Giorgio Morandi che aprono l’ordinamento delle sale fra «L’emozione e l’incanto» di Filippo de Pisis, Mario Calandri, Aligi Sassu, Mario Mafai, Carlo Mattioli, Alberto Gianquinto e Piero Gruccione; per proseguire «Alle soglie dell’astratto» con Alberto Burri, Afro, Sergio Romiti, Giuseppe Santomaso, Francesco Lo Savio e Fausto Melotti. Fino ad arrivare al «Senso del sacro» con le opere di Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Domenico Gnoli, Jannis Kounellis, Nanni Valentini, Claudio Costa, Aldo Mondino, Giuseppe Maraniello e Girolamo Ciulla.
Nello «Spaesamento dell’oggetto» si dilatano le poetiche e le provocazioni contemporanee di Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Francesco Clemente, Claudio Parmiggiani, Piero Gilardi e Luigi Mainolfi. Attraverso questo itinerario, che va dagli anni Cinquanta a oggi, e che accosta un artista all’altro secondo un andamento sincronico e musicale, si disegna una prima mappa della natura morta italiana contemporanea evidenziandone caratteri e peculiarità. Giorgio Morandi nacque nel 1890 a Bologna. La sua formazione avvenne attraverso lo studio dei grandi maestri da Giotto a Piero della Francesca, fino ad arrivare a Chardin, Corot e Cezanne. Dal 1930 insegnò Tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle arti di Bologna e in quegli anni realizzò la maggior parte delle sue acqueforti. Soltanto in età matura si dedicò con continuità all’acquerello. E’ uno dei più acclamati autori del Novecento. Morì nel 1964 nella sua città La mostra resterà aperta fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 18 alle 24 (ingresso 6 euro e info 085 4911161).
La mostra si basa sull’ipotesi critica che in Italia molti tra i più importanti artisti del ventesimo secolo e di oggi, hanno dedicato, e dedicano, un’attenzione particolare alla natura morta quale terreno di indagine sulla relazione tra le forme, palestra di equilibrio e misura, tensione all’armonia della composizione. L’esposizione abruzzese, nel rendere omaggio all’artista bolognese, considerato uno dei massimi interpreti della scuola metafisica, si propone di analizzare la persistenza del concetto di natura morta a partire dagli anni Cinquanta e le sue trasformazioni nell’arte di oggi. La mostra, come si legge nella nota di presentazione, «si presenta come una scommessa e un rilancio della pittura e scultura contemporanee». Il percorso dell’esposizione si snoda attraverso la visione delle opere di Giorgio Morandi che aprono l’ordinamento delle sale fra «L’emozione e l’incanto» di Filippo de Pisis, Mario Calandri, Aligi Sassu, Mario Mafai, Carlo Mattioli, Alberto Gianquinto e Piero Gruccione; per proseguire «Alle soglie dell’astratto» con Alberto Burri, Afro, Sergio Romiti, Giuseppe Santomaso, Francesco Lo Savio e Fausto Melotti. Fino ad arrivare al «Senso del sacro» con le opere di Lucio Fontana, Pinot Gallizio, Domenico Gnoli, Jannis Kounellis, Nanni Valentini, Claudio Costa, Aldo Mondino, Giuseppe Maraniello e Girolamo Ciulla.
Nello «Spaesamento dell’oggetto» si dilatano le poetiche e le provocazioni contemporanee di Piero Manzoni, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Francesco Clemente, Claudio Parmiggiani, Piero Gilardi e Luigi Mainolfi. Attraverso questo itinerario, che va dagli anni Cinquanta a oggi, e che accosta un artista all’altro secondo un andamento sincronico e musicale, si disegna una prima mappa della natura morta italiana contemporanea evidenziandone caratteri e peculiarità. Giorgio Morandi nacque nel 1890 a Bologna. La sua formazione avvenne attraverso lo studio dei grandi maestri da Giotto a Piero della Francesca, fino ad arrivare a Chardin, Corot e Cezanne. Dal 1930 insegnò Tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle arti di Bologna e in quegli anni realizzò la maggior parte delle sue acqueforti. Soltanto in età matura si dedicò con continuità all’acquerello. E’ uno dei più acclamati autori del Novecento. Morì nel 1964 nella sua città La mostra resterà aperta fino al 30 settembre, tutti i giorni dalle 18 alle 24 (ingresso 6 euro e info 085 4911161).