«Nel mio cinema la luce di Pescara, città capace d’inventarsi la bellezza»
Il regista Massimo D’Anolfi questa mattina tra i premiati in Comune: sono andato via a 18 anni, ma qui c’è la mia famiglia, il legame è forte
PESCARA. Da Pescara è andato via a 18 anni, ma la sua pescaresità Massimo D’Anolfi, regista e videomaker oggi 50enne, se la porta attaccata al cuore. E la ritrova ovunque. «Sì, in tutte le città dove arrivo, perfino a Shangai, la frase che dico è sempre “certo, però, che somiglia a Pescara”. Ormai mi prendono in giro, ma ogni volta che lo dico lo penso veramente». Ci scherza mentre è sul treno che da Milano lo sta riportando proprio verso la città dov’è nato e dove vive la sua famiglia di origine, e dove questa mattina alle 10 sarà premiato con altri 19 in Comune con il Ciatté d’oro, il riconoscimento assegnato a coloro che hanno contribuito a «onorare la comunità pescarese con insigniti meriti personali o collettivi, favorendo la divulgazione dell’immagine di una città ricca di eccellenze nei più svariati campi di interesse».
D’Anolfi, nel 2003 la candidatura ai Nastri d’Argento nel 2003 per la miglior sceneggiatura con il film Angela e poi il lungo percorso di festival e premi nazionali e internazionali. Che valore ha, oggi, questo riconoscimento tutto pescarese?
Pescara è la mia città, anche se sono andato via a 18 anni. Mi sento cittadino del mondo, ma resto pescarese. Il mio legame è sempre forte, c’è mia madre, ci sono i miei fratelli, i miei amici. Pescara rispunta sempre.
Come?
Ho vissuto a Napoli, Palermo, Roma, da 16 anni sto a Milano, ma ovunque trovo sempre qualcosa che ha a che fare con Pescara. Mi è successo al festival di Toronto, ad Amsterdam, al festival di Berlino. Lì eravamo andati a pranzo con la delegazione dei registi di tutto il mondo e arrivati al ristorante fotografavano solo me. Perché? Perché nel locale c’era un gruppo di Pescara. L’ultima, a Venezia, a settembre: durante gli incontri con la stampa internazionale avevamo un’interprete. Ecco, appena dico una parola e lei un’altra, ci guardiamo e ci riconosciamo subito, tutti e due pescaresi.
E cosa c’è di Pescara nel suo cinema?
La luce. Credo che sia proprio questa luce uno dei motivi per cui faccio cinema. La luce del cielo e del mare che si confondono, quell’azzurro che ha ritratto anche il maestro Ettore Spalletti. È una roba che mi ha influenzato tantissimo. L’anima anarchica di questa città, il suo disordine che resta tale. E poi anche la ricerca della bellezza. Pescara rispetto al resto d’Italia è un’anomalia, la città più americana d’Italia, sempre in espansione. Ha fagocitato l’Abruzzo interno anche per questa sua diversità, è una città nata nell’immediato Dopoguerra, non ha grandi centri storici o luoghi facilmente riconoscibili. Ma proprio per questo la sua bellezza l’ha sempre dovuta cercare e inventare. E l’ha trovata. Basta guardare il suo incredibile lungomare.
Parla del lungomare. È cresciuto nella zona della Marina nord, dove più o meno a tutti si dava un soprannome e dove la sua famiglia gestisce ancora lo storico ristorante e stabilimento “La Paranza”. Che c’è di questo mondo nella sua creatività?
La Paranza è un teatro dove sono passati personaggi che mi accompagnano dall’infanzia. Bacone, Enzo Spina, Gianni “Bibo”, Marco Mazza “Bubù”, Daniele Bassano, Tiziano Di Rocco, Ettore Spalletti tra le persone che non ci sono più, ma anche i pescatori, il mio migliore amico Giampiero Laudando, Angelo Fabbrini, Massimo Ballone, Pietro “Spazzolone”, Andrea Cipollone. Amicizie trasversali che porto nel cuore. La Paranza è stata una palestra per uno studio eterogeneo di tante anime.
Si aspettava questo premio?
Assolutamente no.
Il primo pensiero, quando gliel’hanno comunicato?
Ho pensato subito a mia mamma e ai miei fratelli, che ne sarebbero stati molto contenti. E infatti lo dedico a loro e a mio padre Raffaele che non c’è più.
A proposito di suo padre, ce l’aveva un soprannome?
“Molotoff”, ereditato dal padre, comunista e antifascista.
Che cosa si riporta quando riparte da Pescara?
Il peperoncino fresco, mi accompagna ovunque.