Dopo il voto
No al confronto con Renzi: Di Maio va da Fabio Fazio
L’esponente Cinquestelle cancella la sfida da Floris: «Il competitor non è più lui». Dura replica dell’ex premier: «Una scusa ridicola, ha paura e scappa. Io ci sarò»
ROMA. Dopo il «terremoto» del Pd in Sicilia, «il nostro competitor non è più Renzi». Luigi Di Maio cancella così, facendone una questione di «titoli», il confronto tv con Matteo Renzi. Era in programma per martedì su la7, dopo che lo stesso Di Maio aveva sfidato Renzi a un duello televisivo. E invece, mentre assiste allo spoglio in Sicilia, il candidato premier del M5s decide che Renzi non è più il leader del suo campo: «Mi confronterò solo - twitta Di Maio - con i candidati premier». Una scusa «ridicola», secondo Renzi, che via Facebook ribatte: «Ha paura e scappa, semplicemente non è un leader. Io ci sarò. Se ha un sussulto di dignità lo aspetto in studio».
Se lo erano contesi la Rai e La7. Alla fine Renzi aveva accettato di giocare «in trasferta» nello studio di Giovanni Floris, scelto da Di Maio. I rispettivi portavoce, Marco Agnoletti e Rocco Casalino, si sarebbero dovuti sentire in queste ore per definire le regole di ingaggio. E invece, il dietrofront del candidato M5s. Non inatteso, per il segretario Pd, che svela: «Da giorni sapevamo che stavano litigando al loro interno dopo i precipitosi tweet dell'onorevole campano» che avevano lanciato la sfida tv, «ma non credevamo che arrivassero al punto di fuggire così». È chiaro, ragionano dal Pd, che Di Maio ha pensato fosse meglio fare subito «una figuraccia» ed evitare il rischio di una «batosta» in diretta tv. Non così il candidato premier grillino spiega il suo ripensamento: «Il Pd è politicamente defunto e il ruolo di Renzi sarà presto messo in discussione in una direzione del partito». «Chi è il leader del Pd lo decidono le primarie, non Di Maio», ribatte il segretario. E infilza l'avversario: «Di Maio potrebbe essere il nuovo presidente del consiglio. Mi spiace per i miei figli pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader senza coraggio». Quello del vicepresidente della Camera, osservano i renziani, alla fine si rivela un assist insperato. Perché suscita l'indignazione di tutto il partito: «A Di Maio sfugge - twitta anche il leader della minoranza Andrea Orlando - che noi scegliamo il leader con metodo democratico». E mentre i renziani associano al nome del candidato M5s l'hashtag #coniglio, anche Maria Elena Boschi, che aveva sfidato Di Maio a duello sul tema banche, attacca: «Il coraggio non è il suo forte». Da La7 il direttore del tg Enrico Mentana definisce la scelta di Di Maio «non particolarmente felice». Il M5s rilancia con «l'offerta» di contrapporre Di Battista a Renzi, ma in un «confronto indiretto», non in studio assieme. Ma la proposta è inaccettabile per i Dem, che rispondono con una battuta di Matteo Richetti: «Alla terza ci proporranno un confronto Di Maio-Di Battista». E così Renzi sarà in studio da solo, Di Battista sarà ospite di Floris martedì 14, mentre domenica Di Maio potrebbe essere intervistato da Fabio Fazio su Rai1. Una scelta quest'ultima che fa discutere, dopo che le reti Rai e La7 si erano contese il duello tra i due leader. «Da parte della Rai - attacca il renziano Michele Anzaldi - sarebbe un episodio di servilismo senza precedenti». (S.M.)
Se lo erano contesi la Rai e La7. Alla fine Renzi aveva accettato di giocare «in trasferta» nello studio di Giovanni Floris, scelto da Di Maio. I rispettivi portavoce, Marco Agnoletti e Rocco Casalino, si sarebbero dovuti sentire in queste ore per definire le regole di ingaggio. E invece, il dietrofront del candidato M5s. Non inatteso, per il segretario Pd, che svela: «Da giorni sapevamo che stavano litigando al loro interno dopo i precipitosi tweet dell'onorevole campano» che avevano lanciato la sfida tv, «ma non credevamo che arrivassero al punto di fuggire così». È chiaro, ragionano dal Pd, che Di Maio ha pensato fosse meglio fare subito «una figuraccia» ed evitare il rischio di una «batosta» in diretta tv. Non così il candidato premier grillino spiega il suo ripensamento: «Il Pd è politicamente defunto e il ruolo di Renzi sarà presto messo in discussione in una direzione del partito». «Chi è il leader del Pd lo decidono le primarie, non Di Maio», ribatte il segretario. E infilza l'avversario: «Di Maio potrebbe essere il nuovo presidente del consiglio. Mi spiace per i miei figli pensare che gli italiani rischino di essere guidati da un leader senza coraggio». Quello del vicepresidente della Camera, osservano i renziani, alla fine si rivela un assist insperato. Perché suscita l'indignazione di tutto il partito: «A Di Maio sfugge - twitta anche il leader della minoranza Andrea Orlando - che noi scegliamo il leader con metodo democratico». E mentre i renziani associano al nome del candidato M5s l'hashtag #coniglio, anche Maria Elena Boschi, che aveva sfidato Di Maio a duello sul tema banche, attacca: «Il coraggio non è il suo forte». Da La7 il direttore del tg Enrico Mentana definisce la scelta di Di Maio «non particolarmente felice». Il M5s rilancia con «l'offerta» di contrapporre Di Battista a Renzi, ma in un «confronto indiretto», non in studio assieme. Ma la proposta è inaccettabile per i Dem, che rispondono con una battuta di Matteo Richetti: «Alla terza ci proporranno un confronto Di Maio-Di Battista». E così Renzi sarà in studio da solo, Di Battista sarà ospite di Floris martedì 14, mentre domenica Di Maio potrebbe essere intervistato da Fabio Fazio su Rai1. Una scelta quest'ultima che fa discutere, dopo che le reti Rai e La7 si erano contese il duello tra i due leader. «Da parte della Rai - attacca il renziano Michele Anzaldi - sarebbe un episodio di servilismo senza precedenti». (S.M.)