CARAMANICO

Nonna Angiolina spegne 108 candeline: «Ecco il mio segreto»

Festa nella residenza “Villa Grazia” dove vive l'ultracentenaria di Sant'Eufemia. «Il dolore più grande? Quando morì mamma, avevo 10 anni»

CARAMANICO. A 108 anni, Angiolina Timperio ha conosciuto due guerre mondiali e tutti i dolori e le gioie che possono stare in una vita lunga più di un secolo. Ma se le chiedi qual è il ricordo più brutto, risponde subito, lucida e con gli occhi di una bambina: «Quando è morta mamma, avevo dieci anni».

Collegata in videochiamata dalla residenza per anziani “Villa Grazia” di Caramanico, dove è arrivata quando era alla soglia dei 100 anni, Angiolina che di anni proprio qualche giorno fa ne ha festeggiati 108, ha ancora il piglio di chi vuole capire. E allora, anche se qualche volta sente poco e male, ecco che si sforza, riascolta la domanda. E poi risponde. Nata a Sant’Eufemia nel 1915, prima di quattro figli, orfana di madre quando era ancora una bambina, dipinge con poche parole la sua infanzia: «I giochi? Non ho giocato, dopo che mamma è morta guardavo i fratelli». E li ricorda uno a uno: Flora (che oggi ha 103 anni), Antonio e Raffaele. «Questo ho fatto da bambina, ho cresciuto mia sorella piccola. La scuola? Fino alla quinta elementare».

Un’intelligenza viva alimentata dalla curiosità che non l’ha mai abbandonata, neanche adesso che non legge più quotidianamente i giornali, come faceva fino a qualche anno fa, ma che le fa ancora seguire i programmi in televisione. «È sempre attenta», dice Sergio Angelucci, responsabile della struttura per anziani, «ha un carattere molto forte, sempre presente, lucida nonostante abbia superato diverse vicissitudini fisiche. Non le sfugge nulla, al punto che conta anche i biscotti rimasti in dispensa».

«Sa bene quello che vuole e quello che non vuole», dicono Candida e Sonia, le operatrici socio sanitarie che le sono accanto durante l’intervista, «a cominciare dai colori: mai quelli scuri, sì quelli chiari. Partecipa a tutte le attività, fino a 102 anni leggeva i giornali tutti i giorni». Di questa guerra in Palestina non sa granché, ma ricorda ancora tutto della Seconda, la guerra in cui il marito Carmine Timperio (con il suo stesso cognome) rimase prigioniero per due anni, dopo aver combattuto in Russia e in Albania. «Quando è tornato», racconta oggi lei, «non era malato, ma stava secco secco, lo hanno fatto lavorare».

Due figli, Mario, 88 anni residente a Bolzano, e Maria, 76 anni emigrata in Canada, Angiolina si è sposata a 20 anni, per rimanere accanto al suo Carmine fino a 18 anni fa, quando il marito è morto. Contadini entrambi, Angiolina racconta che oltre a fare la moglie e la madre, stava sempre in campagna, «guardavo le mucche».

Una vita dura, piena di sacrifici e fatica, durante la quale ha conosciuto anche il dolore per la perdita di due gemelli, avuti dopo il primo figlio, ma morti dopo il parto. E anche lì, neanche il tempo di superare la tragedia che era di nuovo a lavorare come aveva fatto durante tutta la gravidanza.

Ma quella vita scandita da doveri e disciplina oggi è diventata la sua grande alleata: ogni giorno, appena sveglia, un bicchiere d’acqua e, se c’è, subito un cioccolatino o una caramella. Poi una piccola colazione e i pasti divisi tra pranzo e cena, senza mai esagerare: un primo a mezzogiorno e un secondo alla sera. «Anche se le piace qualcosa di cui è ghiotta, non esagera mai», racconta chi la accudisce.

Un vezzo però, da 108 anni, non l’ha mai abbandonata, ed è quello della cura dei capelli che devono essere sempre in ordine. E a maggior ragione ci ha tenuto quando, qualche giorno fa, sono andati a festeggiarla a Villa Grazia, davanti a una enorme torta alla panna ricoperta di fragole e a un mazzo di rose, il sindaco di Caramanico Luigi De Acetis, l’assessore del Comune di Sant’Eufemia Patrizia Boccaccio, i nipoti Marco, Carmine e Sonia e i pronipoti Sofia, Linda, Christian e Giulia. E a proposito di giovani, alla domanda, “che consigli dà per arrivare alla sua età?” Angiolina dice subito: «Devono fare i bravi». E cioé? «Devono fare i bravi» ripete, mentre socchiude gli occhi sicura.

Ma quando alla fine le viene chiesto qual è stato il giorno più bello della sua vita, ecco che in poche parole sintetizza tutta la sua storia e la sua forza: «Non c’è. Ho sofferto sempre».