generalmarmi contro il comune
Nuovo ricorso al Tar ferma l’intervento per il Ponte nuovo
PESCARA. Nuovo stop per il Ponte nuovo. La società Generalmarmi, della famiglia Liberatoscioli, proprietaria di gran parte dei terreni sottoposti ad esproprio per consentire la realizzazione dell’oper...
PESCARA. Nuovo stop per il Ponte nuovo. La società Generalmarmi, della famiglia Liberatoscioli, proprietaria di gran parte dei terreni sottoposti ad esproprio per consentire la realizzazione dell’opera, ha presentato nuovamente ricorso al Tar, per fermare l’occupazione delle aree. Il tribunale amministrativo ha già fissato per il prossimo 7 marzo l’udienza per decidere sulla richiesta di sospensiva della gara d’appalto e del progetto di realizzazione del ponte. Nel frattempo, i giudici hanno sospeso fino a quella data gli espropri.
«La notizia», ha spiegato il sindaco Mascia, «è arrivata nella tarda mattinata di oggi (ieri), in contemporanea alla chiusura dei termini per la presentazione delle offerte da parte delle imprese per partecipare al bando di gara d'appalto europeo integrato. L'impresa che si aggiudicherà l'intervento avrà 90 giorni per redigere il progetto esecutivo di dettaglio e 480 giorni per realizzare i lavori, in tutto 19 mesi». «Attenderemo la scadenza con serenità», ha proseguito il sindaco, «mentre gli uffici chiuderanno le procedure preliminari per l'apertura delle buste contenenti le offerte. La nostra amministrazione resta fermamente convinta della bontà e della necessità di un'opera tanto importante quanto strategica per lo sviluppo del territorio cittadino, un'opera che punta a decentrare il traffico cittadino verso ovest, creando nuovi assi viari alternativi».
Non è la prima volta che la società Generalmarmi riesce a bloccare l’iter con un ricorso al Tar. «Nel 2011», ha ricordato Mascia, «eravamo riusciti a far partire la gara d'appalto, per circa 9 milioni di euro, ma poi quella gara è stata bruscamente interrotta: il 7 luglio 2011 è infatti intervenuta la sentenza del Tar di Pescara che ha annullato la delibera originaria nelle sue procedure espropriative. Contro quel pronunciamento l’amministrazione ha presentato ricorso al Consiglio di Stato, che, il 17 gennaio 2012, ha sospeso l'esecutività della sentenza del Tar». Successivamente, alcune prescrizione del Genio civile hanno costretto l’ente ad aggiornare il progetto e a rifare la gara con un aggravio dei costi. L’intervento è passato da un costo iniziale di 9 milioni a 13,1.