La movida nel centro storico di Pescara

PESCARA

Ordinanza sulla movida, protestano i gestori dei locali del centro storico

Nota firmata da 26 imprenditori. Paventato un esodo di massa verso i comuni limitrofi in particolare di Montesilvano, Francavilla al Mare e Chieti Scalo

PESCARA. Sono ben 26 i gestori di locali del centro storico che con una nota spiegano gli effetti negativi dell'ordinanza del sindaco sui limiti alla movida. 

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A partire dalla diffusione sonora: i gestori, pur nel rispetto delle esigenze manifestate da taluni dei residenti, lamentano come l’ordinanza sia "eccessivamente restrittiva, costringendoli a munirsi delle licenze anche laddove non necessarie. Conseguenze di queste restrizioni saranno sia un ulteriore aggravio dei costi di gestione, sia un impoverimento dell’offerta culturale ed artistica".

La nota è firmata dai gestori dei seguenti locali: Alegriso, Al solito posto, Bario, Bukowski, Casa Flaiano, Chupa, Covent, Garden, Il brillo parlante, Il marchese, Jhorizo, Kalopsia, Karma, Klesh, Kurama, La revolucion tacobar, La stanzetta, Mamiwata, Microbar, Mistik, Ninety club, Post bar, Ruff, Scumm, Tiella, Zanardi.

Riguardo al divieto di consumo di alcol dalla mezzanotte alle 7 nell’area del centro storico, per i gestori "un tale provvedimento tende a limitare la libertà personale nonché a svuotare e desertificare una zona della città che da circa trent’anni è stata destinata, dalle stesse amministrazioni comunali, a luogo di attrazione e intrattenimento serale. Osserviamo come questa ordinanza, in nome della lotta al degrado, in continuità con le altre ordinanze emanate negli ultimi anni, criminalizza il popolo della notte tout court e tutti i mestieri non diurni, incentivando una già evidente pressione poliziesca nel reprimere l’iniziativa dei locali, e mai a tutela di questi ultimi. Un’amministrazione che si fa vanto del successo turistico in una città universitaria, da sempre accogliente, come può al contempo promuovere la devastazione operata nei confronti del turismo, ma anche della cultura e dell'intrattenimento, settori che non possono al momento programmare e organizzare il proprio lavoro, a causa dei repentini cambi di orari e regolamenti".

"La movida", dicono i gestori, "non è solo divertimento, ma coinvolge chi vive nel mondo della musica, della cultura e del food and beverage, che genera possibilità lavorative e che permette a studenti e studentesse, locali e fuori sede, di vivere nella nostra città e di arricchirla, materialmente e culturalmente. Un tale provvedimento, rischia di comprimere ulteriormente lo sviluppo economico di attività commerciali già duramente colpite dalla pandemia e dagli aumenti sconsiderati determinati in parte dagli eventi bellici ed in parte dalle relative e conseguenti speculazioni. Ulteriormente colpito sarà il turismo anche di prossimità, costringendo, come già avvenuto nel periodo post-pandemico, a un esodo di massa verso i locali dei comuni limitrofi in particolare di Montesilvano, Francavilla al Mare e Chieti Scalo che hanno registrato, di contro, un aumento esponenziale di nuovi locali con conseguente incremento dell’occupazione giovanile ed indiscutibili benefici per i gestori e per tutto l’indotto economico (fornitori, artisti, proprietari di immobili, etc.), oltre che per le casse comunali".

I gestori dei locali comunicano che provvederanno a costituire un’associazione, aperta a tutti, gestori, residenti, lavoratori e semplici frequentatori della zona, che avrà come scopo la tutela e valorizzazione dei centro storico di Pescara, in termini non solo economici ma anche culturali e artistici, sempre nel rispetto della salute pubblica, anche mediante l’informazione e la sottoscrizione di un codice di autoregolamentazione.