PESCARA
Ortopedia, chiesta la vigilanza armata
Rischio aggressioni dai parenti dei pazienti per la presenza di un solo medico di pomeriggio. La Asl: «La forza non serve»
PESCARA. Dalla carenza di personale ai problemi di sicurezza e ordine pubblico il passo è breve: è quanto sostiene il Nursind, sindacato delle professioni infermieristiche, a proposito del reparto di Ortopedia.
Il segretario provinciale Antonio Argentini ha scritto ai vertici della Asl di Pescara, per chiedere innanzitutto il potenziamento del personale medico e infermieristico, in particolare per quanto riguarda il turno pomeridiano. Ma nella lettera si invita l’Azienda anche a «disporre la presenza di guardie armate per consentire la defluizione, anche coattiva, dei visitatori che si trattengono arbitrariamente oltre l’orario di visita, allo scopo di tutelare la sicurezza e la serenità degli operatori sanitari e dei degenti ed evitare il ripetersi delle spiacevoli aggressioni denunciate».
Il grosso dei problemi nel reparto si verifica di pomeriggio, quando, secondo Argentini, ci sono «problemi di reperibilità del personale: la presenza di un solo medico, peraltro addetto alle consulenze della sala gessi, risulta del tutto insufficiente a coprire anche, e contemporaneamente, le esigenze dei due reparti di Ortopedia».
Stando alle segnalazioni ricevute dal Nursind, il fatto che ci sia un solo medico spesso causa un aumento dei tempi di attesa da parte dei pazienti e a volte dei familiari: «Capita che qualcuno si spazientisca, e che nascano alterchi e discussioni animate con gli infermieri, anche per casi in cui questi non possono o non devono intervenire», spiega Argentini, «se ci fosse un medico in più, destinato solo al reparto e che non debba fare servizio anche in sala gessi, già questo genere di problemi potrebbero essere evitati. Ci sono poi i parenti che restano in corsia ben oltre l’orario di vista», aggiunge il responsabile del sindacato, «rendendo difficili visite e somministrazioni di terapie, e così medici e infermieri sono costretti a fare anche da uscieri».
Nella lettera alla Asl la segreteria provinciale del Nusind denuncia infatti che «alcuni visitatori esprimono atteggiamenti non solo arroganti, ma finanche aggressivi nei confronti del personale sanitario, minandone la sicurezza personale e la serenità nello svolgimento del proprio lavoro».
Che l’Ortopedia di Pescara soffra di sovraffollamento cronico non è un mistero: nei giorni scorsi si è arrivati a contare fino a 58 ricoverati a fronte di una capacità di 40 posti letto. In ogni caso la situazione è ben conosciuta dalla direzione sanitaria, come spiega Stefano Boccabella, direttore sanitario del presidio ospedaliero: «Il nostro è un ospedale ad alta specializzazione: da tutta la regione i politraumi arrivano qui», sottolinea Boccabella, «la situazione è comunque sotto controllo, e sono in atto concorsi per aumentare il personale come è stato già fatto a Popoli e a Penne. Tuttavia, rispetto alla dotazione organica, non c’è una grossa carenza».
Secondo il direttore sanitario di Pescara, quella di introdurre guardie armate nei reparti è un’idea da non prendere assolutamente in considerazione.
«Mi sembra comunque una richiesta abnorme, che non ha ragion d’essere», dice senza mezzi termini Boccabella, «non metto in dubbio che possano capitare dei maleducati e dei prevaricatori che diano vita a situazioni spiacevoli, ma da qui ad arrivare a cacciare la gente dai reparti con la forza pubblica ce ne passa».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Il segretario provinciale Antonio Argentini ha scritto ai vertici della Asl di Pescara, per chiedere innanzitutto il potenziamento del personale medico e infermieristico, in particolare per quanto riguarda il turno pomeridiano. Ma nella lettera si invita l’Azienda anche a «disporre la presenza di guardie armate per consentire la defluizione, anche coattiva, dei visitatori che si trattengono arbitrariamente oltre l’orario di visita, allo scopo di tutelare la sicurezza e la serenità degli operatori sanitari e dei degenti ed evitare il ripetersi delle spiacevoli aggressioni denunciate».
Il grosso dei problemi nel reparto si verifica di pomeriggio, quando, secondo Argentini, ci sono «problemi di reperibilità del personale: la presenza di un solo medico, peraltro addetto alle consulenze della sala gessi, risulta del tutto insufficiente a coprire anche, e contemporaneamente, le esigenze dei due reparti di Ortopedia».
Stando alle segnalazioni ricevute dal Nursind, il fatto che ci sia un solo medico spesso causa un aumento dei tempi di attesa da parte dei pazienti e a volte dei familiari: «Capita che qualcuno si spazientisca, e che nascano alterchi e discussioni animate con gli infermieri, anche per casi in cui questi non possono o non devono intervenire», spiega Argentini, «se ci fosse un medico in più, destinato solo al reparto e che non debba fare servizio anche in sala gessi, già questo genere di problemi potrebbero essere evitati. Ci sono poi i parenti che restano in corsia ben oltre l’orario di vista», aggiunge il responsabile del sindacato, «rendendo difficili visite e somministrazioni di terapie, e così medici e infermieri sono costretti a fare anche da uscieri».
Nella lettera alla Asl la segreteria provinciale del Nusind denuncia infatti che «alcuni visitatori esprimono atteggiamenti non solo arroganti, ma finanche aggressivi nei confronti del personale sanitario, minandone la sicurezza personale e la serenità nello svolgimento del proprio lavoro».
Che l’Ortopedia di Pescara soffra di sovraffollamento cronico non è un mistero: nei giorni scorsi si è arrivati a contare fino a 58 ricoverati a fronte di una capacità di 40 posti letto. In ogni caso la situazione è ben conosciuta dalla direzione sanitaria, come spiega Stefano Boccabella, direttore sanitario del presidio ospedaliero: «Il nostro è un ospedale ad alta specializzazione: da tutta la regione i politraumi arrivano qui», sottolinea Boccabella, «la situazione è comunque sotto controllo, e sono in atto concorsi per aumentare il personale come è stato già fatto a Popoli e a Penne. Tuttavia, rispetto alla dotazione organica, non c’è una grossa carenza».
Secondo il direttore sanitario di Pescara, quella di introdurre guardie armate nei reparti è un’idea da non prendere assolutamente in considerazione.
«Mi sembra comunque una richiesta abnorme, che non ha ragion d’essere», dice senza mezzi termini Boccabella, «non metto in dubbio che possano capitare dei maleducati e dei prevaricatori che diano vita a situazioni spiacevoli, ma da qui ad arrivare a cacciare la gente dai reparti con la forza pubblica ce ne passa».
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