Palazzi incompiuti da vent’anni, adesso il conto è di 132mila euro

16 Aprile 2025

Piano anti degrado dell’amministrazione Masci per riqualificare la zona di via Tronto-via Tavo. Ma gli edifici, al centro di un contenzioso, restano occupati dai disperati. Saranno rifatti piazza e strada

PESCARA. Il programma dei lavori in via Tronto, quartiere Rancitelli, è già stabilito: il primo passo è chiudere tutti gli accessi ai palazzi ancora incompiuti con blocchi di cemento, tutti tranne uno per lasciare agli occupanti abusivi un varco per andare via da soli, prima di un eventuale sgombero forzato; poi, ripulire gli stabili dai quintali di spazzatura accumulati in anni di bivacchi: materassi, vestiti, avanzi di cibo, centinaia di bottiglie e biciclette rubate; blindare anche l’ultima via fuga e, infine, avviare i lavori per ricreare una piazza e la strada. È un piano da 132mila euro quello dell’amministrazione Masci per cancellare il degrado delle case popolari mai finite da vent’anni: il piano seminterrato è una piscina alta due metri di acqua verde; il resto è in mano ai disperati mentre gli operai sono già al lavoro.

La costruzione dei 64 appartamenti divisi in due palazzi cominciò nel 2006; il progetto risale al 2004, ai tempi del sindaco Luciano D’Alfonso del Pd, oggi deputato. Da allora sono passati 21 anni e altri cinque sindaci – D’Angelo, Albore Mascia, Alessandrini e Masci (rieletto) – ma nessuno di loro, finora, è riuscito a inaugurare quell’opera. La fine dei lavori era prevista per il 2011 ma questa data non fu rispettata; nel 2013, il contratto con la prima ditta, una ditta di Napoli, fu rescisso e all’impresa pagati 5 milioni e 800mila euro per i lavori fatti; poi subentrò un’altra ditta, un’impresa di Roma, alla quale furono commissionati altri 3 milioni e 600mila euro di interventi. Ma, poi, anche questa impresa ha abbandonato il cantiere e, adesso, i palazzi sono incompiuti e si ritrovano al centro di un contenzioso tra il Comune e l’impresa romana.

Proprio per questo, l’amministrazione Masci ha deciso di “sigillare” i due palazzi nell’attesa di una decisione della magistratura, liberare il quartiere dalla recinzione che blocca il passaggio e restituire una piazza e una strada. Ma per i palazzi ci vorrà tempo. «I lavori che abbiamo avviato sono finalizzati anche a riaprire la piazza, che consentirà ai residenti della zona di tornare in possesso di quegli spazi e usarli, superando il degrado attuale e aumentando la sicurezza dell’area», annuncia l’assessore Alfredo Cremonese, «ci siamo mossi in sinergia con la Asl, tenendo conto di tutti gli aspetti che caratterizzano quella situazione, delicatissima».

E la decisione finisce al centro della polemica politica: ieri, in commissione Finanze, è stata discussa una proposta di delibera che arriverà poi in consiglio comunale per riconoscere un debito fuori bilancio di 132mila euro per «lavori urgenti» nel cantiere abbandonato.

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