Il palazzo in via Leopardi

MONTESILVANO

Palazzo di 11 piani a rischio crollo, l'appello dell'amministratore: va abbattuto e ricostruito

L'edificio sul lungomare, in una delle zone turistiche più frequentate, realizzato alla fine degli anni ’60 dal costruttore Maresca. Ma secondo le analisi degli esperti non ci sono alternative alle ruspe

MONTESILVANO. Un palazzone di 11 piani, con 250 appartamenti e 13 attività commerciali, a rischio crollo sul lungomare di Montesilvano. È questo il contenuto allarmante dell’ordinanza firmata ieri pomeriggio dal sindaco Ottavio De Martinis che è stato costretto a richiedere, in via precauzionale, lo sgombero immediato dell’edificio al civico 2 di via Leopardi, denominato “Riviera 1”.

Un enorme palazzo che affaccia su viale Aldo Moro, poco distante da viale Europa, in una delle zone più frequentate e turistiche della città, che ieri è stato dichiarato inagibile. A seguito di un sopralluogo nel palazzo, qualche giorno fa i vigili del fuoco avevano sollecitato interventi immediati di messa in sicurezza dell’edificio. Una richiesta che il sindaco, con una propria ordinanza, aveva a sua volta indirizzato all’amministratore di condominio. Tuttavia, alla luce della mancata ricezione di documentazione in merito, e preso atto della relazione tecnica dell’ingegnere Antonello Salvatori, arrivata ieri a palazzo di città, con la quale «viene comunicata l’estrema pericolosità dell’edificio nonché una concreta possibilità di crollo», come si legge nell’ordinanza, il sindaco ha deciso di ordinare lo sgombero immediato del fabbricato. Le unità immobiliari all’interno del palazzo sono circa 250, ma dall’anagrafe risultano circa 40 le famiglie residenti, mentre 13 sono i locali ad uso commerciale, tra cui un bar, un night club e un ristorante. Attraverso il provvedimento del sindaco, inoltre, è stato ordinato all’amministratore del condominio “Riviera”, Giuseppe Cellini di provvedere immediatamente alla realizzazione di tutte le opere provvisionali di messa in sicurezza provvisoria del fabbricato e di presentare l’apposita certificazione entro 7 giorni dalla data di notifica dell’ordinanza. Infine, il sindaco De Martinis ha ordinato indagini strumentali per verificare la necessità di adottare provvedimenti per la tutela delle aree di circolazione, degli edifici limitrofi e dell’incolumità pubblica e privata.

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«Abbiamo chiesto all’amministratore ulteriori verifiche di natura strumentale», spiega il sindaco, «ma non potevo esimermi, purtroppo, dall’emanare questa ordinanza perché la relazione pervenuta a noi e ai vigili del fuoco ha evidenziato uno stato di fatto che potrebbe portare anche a un eventuale crollo. Dispiace in modo particolare per i residenti e per coloro che hanno un’attività commerciale al piano terra, ma l’ordinanza è stata necessaria per la sicurezza di tutti».

Il palazzone di via Leopardi, uno degli edifici più alti di quel tratto di riviera insieme al palazzo identico che affaccia su viale Europa, è stato realizzato alla fine degli anni ’60 dal costruttore Maresca. Così come accadde per altri edifici nel retropineta, i costruttori all’epoca si avvalsero della cosiddetta Legge Ponte del 1967 che consentiva ai Comuni, nelle città ancora sprovviste di Piano regolatore generale (il primo Prg di Montesilvano fu adottato nel 1978 e divenne esecutivo nel 1980), di rilasciare “licenze edilizie” (e non concessioni) in deroga ad altezze, volumi e distanze. Tutto in regola, dunque, da parte dei costruttori dell’epoca che realizzarono palazzi altissimi proprio a ridosso della spiaggia e, nel caso del palazzo di via Leopardi, anche a poca distanza dal Fosso Vallicella (noto in città come “Cavatone”).