SCAFA
Palloncini e fiori bianchi per Francesca / FOTOGALLERY
Folla ai funerali della bimba morta a 3 anni dopo un incidente stradale. Il parroco: «Questa piccola ci ha insegnato l’amore e la gioia per la vita»
SCAFA. È stato un abbraccio dolcissimo e pieno di affetto. Centinaia di persone si sono accalcate dentro e fuori la chiesa parrocchiale Madonna del Carmelo di Scafa per l’addio a Francesca Gerardi, la bimba di 3 anni morta venerdì dopo cinque giorni di agonia all’ospedale di Pescara a seguito di un incidente stradale. Nel giorno del lutto cittadino, è stato un saluto silenzioso e struggente, di fronte alla piccola bara bianca, tra tante corone di fiori.
Hanno rotto quel silenzio solo gli applausi scroscianti e la musica scelta appositamente per Francesca, seguiti dal rombo delle moto al passaggio del feretro. Palloncini bianchi e variopinti per la bimbetta che se n’è andata troppo presto e ha donato gli organi (fegato e reni) ad altri piccoli.
Non è facile trovare le parole, per un addio di questo genere. Ed è complicato rispondere alla domanda che accomuna tutti: «Perché è successo a una bambina così piccola?». Ma don Antonello Graziosi ha trovato le parole giuste, toccando i cuori. E sono le parole «della fede e di Dio», che «aprono un piccolo spiraglio al dolore» anche se «non lo sbriciolano».
La chiave di tutto, per lui, sta nel fatto che «i bambini sono importanti davanti a Dio e hanno molto da insegnare agli adulti. Francesca, ad esempio, ci ha insegnato l’amore e la gioia per la vita. Ora Dio l’ha voluta a fianco a sé: forse voleva un nuovo sorriso nella sua casa, un nuovo angelo, un nuovo messaggero d’amore». E la sofferenza di questi giorni di mamma Angela e papà Gianluca «non è vana, si presenta maestra di vita. Abbiamo il dovere di combatterla e di vincerla», ha detto don Antonello indicando che il dolore porta «solidarietà», come quella che si è fatta strada in questi giorni, dopo l’incidente domenica scorsa a Manoppello, quando la piccola Francesca era in auto con la mamma e la Ford Fiesta si è schiantata nel cuore della notte contro un albero, mentre la famiglia tornava a casa dopo una festa. C’è stata una bella «testimonianza» di tutta la comunità nei confronti della famiglia di Francesca e don Antonello ha ringraziato chi si è fatto avanti per manifestare il proprio affetto.
Ai tanti bimbi che ieri hanno voluto esserci, e sui quali ora «veglierà Francesca», don Antonello ha scelto di affidarsi a una fiaba, «per diventare anche noi un po’ bambini». È la storia che racconta come nasce una perla: tutto avviene dopo l’ingresso nell’ostrica di una pietruzza che «trasforma il dolore in una perla». Come dire che il dolore «è una perla di straordinaria bellezza».
Don Antonello non ha dubbi: «Francesca è viva e vi ama più che mai», ha detto alla mamma e al papà seduti davanti alla piccola bara, tra i palloncini bianchi e i pelouche preferiti della piccola, con lei fino all’ultimo. E c’è la speranza che la Vergine del Carmelo, che si celebra oggi, riesca a trasformare «il dolore in consolazione».
Piangevano «gli zii», che sono arrivati in chiesa con una maglietta bianca con la scritta «Francesca rimarrai sempre nei nostri cuori». Dall’altare hanno ricordato ai genitori della bimba il momento in cui la coppia ha saputo della gravidanza e sperava che venisse alla luce un figlio «forte come il papà e bello come la mamma. Era impossibile non voler bene a quel faccino monello e simpatico che ci ha fatto innamorare di questa piccola Attila. E porteremo sempre il ricordo di questo angelo».
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