Pescara, capo dei vigilimultato dalla polizia
Il comandante dei vigili urbani di Pescara Ernesto Grippo non perdona i pescaresi: in un anno ne ha multati 68mila. Ma la polizia non fa sconti a Grippo: gli toglie 10 punti dalla patente perché il colonnello è stato intercettato mentre guidava senza cintura parlando al telefonino. Ma Grippo denuncia i poliziotti per falso e abuso. E’ scontro tra le istituzioni pescaresi.
PESCARA. Alla vigilia di Ferragosto, l’uomo che ha multato 68mila pescaresi in un anno è entrato di forza anche lui nella speciale classifica dei tartassati da fischietto e paletta. Il colonnello dei vigili urbani Ernesto Grippo, fautore della linea dura, stavolta pagherà la multa. Fatta dalla polizia. A meno che la contesa, come è probabile, non finisca davanti al prefetto.
O davanti a un giudice. Per una multa, un foglietto che mediamente viene staccato 186 volte al giorno nelle vie della città, si è scatenato, sotto gli occhi dei cittadini incuriositi da tanto clamore, un putiferio. Uno spettacolo che le forze dell’ordine avrebbero dovuto risparmiare alla gente che quando prende una multa la paga e basta. Senza fiatare.
E invece stavolta, per mettere pace, senza successo, tra chi la multa l’ha fatta e chi l’ha presa, sono stati impegnati per quasi quattro ore: comandante dei vigili urbani, pattuglie della polizia, pattuglie dei vigili urbani, ufficio di gabinetto, vicario del questore. Uomini e mezzi sottratti alla vigilanza del territorio tanto decantata nel corso dei vertici Interforze. E c’è chi dice che sia stato interpellato anche il prefetto. A vestire i panni del vigile Celletti, l’inflessibile pizzardone interpretato da Alberto Sordi che arriva a multare il sindaco Vittorio De Sica giocandosi il posto, è un altro uomo in divisa. Un poliziotto del reparto prevenzione crimine. Il «set», davanti a centinaia di cittadini, è la centralissima via Nicola Fabrizi.
Lo «spettacolo» si sposta in questura dove la delicata vicenda del comandante dei vigili urbani, e di altri due suoi uomini, multati dalla polizia finisce sul tavolo del vicario Grimani. Un conciliabolo, di circa tre ore, che non approda a nulla. Le multe restano. Parleranno le carte bollate. L’ANTEFATTO. Sono le 8,30 quando, nel cuore della città, una pattuglia del reparto prevenzione crimine della polizia ferma una Smart con a bordo due vigili urbani in borghese. Si tratta della macchina civetta della polizia municipale uscita, ieri mattina, per stanare chi porta il cane a fare i bisogni senza paletta al seguito. Ma per i vigili la paletta che si alza è un’altra: quella della polizia.
Le versioni sono due: c’è chi dice che i poliziotti stessero aspettando al varco i vigili (non si contano i verbali fatti alle auto delle divise blu dalle parti della golena nord). C’è chi dice, invece, che i poliziotti non abbiano riconosciuto l’auto civetta. Sta di fatto che i due agenti della municipale vengono multati perché viaggiavano senza cinture. Inoltre, la Smart era senza libretto. A quel punto i due agenti chiamano la centrale per recuperare la carta di circolazione. Si allerta il comandante. LA MULTA-BIS. Il colonnello Ernesto Grippo, arrivato per dare man forte ai suoi uomini, sbuca al volante della sua Toyota Aygo grigia. È in divisa, ma non gli basta per evitare di essere a sua volta multato per guida senza cintura di sicurezza e per l’uso del telefonino. «Sono il tenente colonnello Ernesto Grippo». «Colonnello, lei è in contravvenzione».
È in questo istante esatto che il comandante sperimenta sulla propria pelle, per la prima volta, l’ira del cittadino comune di fronte alla multa. Si agita, si attacca al cellulare. Ha una reazione scomposta, che mal si concilia con il decalogo per i vigili da lui stesso varato in cui si suggerisce un «contegno consono alle funzioni, che possa aiutare a riscuotere stima, rispetto e fiducia della collettività». Grippo cerca di spiegare che la pattuglia sulla Smart era in servizio. Ma i poliziotti non mollano. «Stiamo andando in questura, l’imputato sono io», grida il comandante. Davanti alla questura vengono fatti allontanare i fotografi. I RINFORZI. Via Fabrizi è invasa di macchine di polizia e vigili urbani. Alcuni cittadini pensano a una rapina. Invece, era solo una discussione tra divise sulle multe da fare o da togliere. Conclusione: il colonnello Grippo ha dieci punti in meno sulla patente e dovrà pagare 220 euro di multa. Sessantottomila contravvenzioni, più una. Ma, per una volta, è l’inflessibile comandante Grippo ad aver trovato sulla sua strada un altrettanto inflessibile Otello Celletti. In divisa blu.
O davanti a un giudice. Per una multa, un foglietto che mediamente viene staccato 186 volte al giorno nelle vie della città, si è scatenato, sotto gli occhi dei cittadini incuriositi da tanto clamore, un putiferio. Uno spettacolo che le forze dell’ordine avrebbero dovuto risparmiare alla gente che quando prende una multa la paga e basta. Senza fiatare.
E invece stavolta, per mettere pace, senza successo, tra chi la multa l’ha fatta e chi l’ha presa, sono stati impegnati per quasi quattro ore: comandante dei vigili urbani, pattuglie della polizia, pattuglie dei vigili urbani, ufficio di gabinetto, vicario del questore. Uomini e mezzi sottratti alla vigilanza del territorio tanto decantata nel corso dei vertici Interforze. E c’è chi dice che sia stato interpellato anche il prefetto. A vestire i panni del vigile Celletti, l’inflessibile pizzardone interpretato da Alberto Sordi che arriva a multare il sindaco Vittorio De Sica giocandosi il posto, è un altro uomo in divisa. Un poliziotto del reparto prevenzione crimine. Il «set», davanti a centinaia di cittadini, è la centralissima via Nicola Fabrizi.
Lo «spettacolo» si sposta in questura dove la delicata vicenda del comandante dei vigili urbani, e di altri due suoi uomini, multati dalla polizia finisce sul tavolo del vicario Grimani. Un conciliabolo, di circa tre ore, che non approda a nulla. Le multe restano. Parleranno le carte bollate. L’ANTEFATTO. Sono le 8,30 quando, nel cuore della città, una pattuglia del reparto prevenzione crimine della polizia ferma una Smart con a bordo due vigili urbani in borghese. Si tratta della macchina civetta della polizia municipale uscita, ieri mattina, per stanare chi porta il cane a fare i bisogni senza paletta al seguito. Ma per i vigili la paletta che si alza è un’altra: quella della polizia.
Le versioni sono due: c’è chi dice che i poliziotti stessero aspettando al varco i vigili (non si contano i verbali fatti alle auto delle divise blu dalle parti della golena nord). C’è chi dice, invece, che i poliziotti non abbiano riconosciuto l’auto civetta. Sta di fatto che i due agenti della municipale vengono multati perché viaggiavano senza cinture. Inoltre, la Smart era senza libretto. A quel punto i due agenti chiamano la centrale per recuperare la carta di circolazione. Si allerta il comandante. LA MULTA-BIS. Il colonnello Ernesto Grippo, arrivato per dare man forte ai suoi uomini, sbuca al volante della sua Toyota Aygo grigia. È in divisa, ma non gli basta per evitare di essere a sua volta multato per guida senza cintura di sicurezza e per l’uso del telefonino. «Sono il tenente colonnello Ernesto Grippo». «Colonnello, lei è in contravvenzione».
È in questo istante esatto che il comandante sperimenta sulla propria pelle, per la prima volta, l’ira del cittadino comune di fronte alla multa. Si agita, si attacca al cellulare. Ha una reazione scomposta, che mal si concilia con il decalogo per i vigili da lui stesso varato in cui si suggerisce un «contegno consono alle funzioni, che possa aiutare a riscuotere stima, rispetto e fiducia della collettività». Grippo cerca di spiegare che la pattuglia sulla Smart era in servizio. Ma i poliziotti non mollano. «Stiamo andando in questura, l’imputato sono io», grida il comandante. Davanti alla questura vengono fatti allontanare i fotografi. I RINFORZI. Via Fabrizi è invasa di macchine di polizia e vigili urbani. Alcuni cittadini pensano a una rapina. Invece, era solo una discussione tra divise sulle multe da fare o da togliere. Conclusione: il colonnello Grippo ha dieci punti in meno sulla patente e dovrà pagare 220 euro di multa. Sessantottomila contravvenzioni, più una. Ma, per una volta, è l’inflessibile comandante Grippo ad aver trovato sulla sua strada un altrettanto inflessibile Otello Celletti. In divisa blu.