Pescara: esami truccati alla d'Annunzio, tutti assolti
Il fatto non sussiste per l'ex sindaco di Manfredonia, un imprenditore foggiano e l'ex compagna di un docente in precedenza condannato
PESCARA. Tutti assolti i tre imputati, giudicati con il rito ordinario dal tribunale collegiale di Pescara, nell'ambito del processo sui presunti esami truccati all'università d'Annunzio di Pescara. Assolti, perché il fatto non sussiste, dalle accuse di corruzione, l'ex sindaco di Manfredonia (Foggia) Angelo Riccardi, l'imprenditore foggiano Michele D'Alba e Joelle Toitou, ex compagna del docente universitario Luigi Panzone, che invece per la stessa vicenda è stato giudicato nel 2016, con il giudizio immediato, riportando una condanna a una pena che in appello è stata ridotta a 3 anni e 11 mesi.
Riccardi è stato assolto anche dalle accuse di falso e peculato perché il fatto non costituisce reato. Il pm Marina Tommolini aveva chiesto una condanna a 4 anni per Riccardi, esclusivamente per i reati di falso e peculato, e l'assoluzione per gli altri due imputati. Secondo l'accusa il professor Panzone avrebbe consentito agli studenti lavoratori Riccardi e D'Alba, esercitando pressioni su alcuni colleghi, di superare gli esami, in alcuni casi senza sostenerli e in altri con il minimo sforzo, in cambio di denaro o della promessa di denaro.
Inoltre Riccardi era accusato di peculato per essere andato a Pescara, per sostenere gli esami, a bordo dell'auto di servizio del Comune di Manfredonia. Una circostanza, quest'ultima, che l'ex sindaco ha giustificato spiegando che in seguito alla perdita della madre dovette entrare in psicoanalisi e non poteva restare solo, e sostenendo di avere comunque versato 50 euro al mese per l'utilizzo dell'auto.
"Sono una persona pulita e ho sempre gestito la cosa pubblica con la massima trasparenza. È arrivata questa assoluzione che però non mi ripaga di tutto quanto è accaduto, dal momento che in questi otto anni di processo è successo di tutto e io sono stato diffamato, insultato, denigrato»: l'ex sindaco di Manfredonia Angelo Riccardi commenta così l'assoluzione . «Evidentemente Panzone non si è difeso bene - aggiunge, in riferimento al fatto che il docente universitario, per le stesse vicende, era stato invece precedentemente condannato - Io mi sono difeso utilizzando tutti gli argomenti e le prove che avevo a disposizione ed era evidente, fin dall'inizio, che questo processo era basato su elementi di prova insussistenti».