Pescara, il porto con i piloni a Striscia la notizia / VIDEO
L'inviato Pinuccio del programma di Canale 5 mette nel mirino il progetto che dovrà essere rivisto perché nessuno si era accorto della presenza del Ponte del Mare. Le associazioni ambientaliste: brutta figura nazionale, procedura sbagliata. GUARDA QUI IL VIDEO
PESCARA. La città torna in tv, ma questa volta è per il caso dei piloni del Ponte del mare nel nuovo progetto del porto. A occuparsene è stata Striscia la notizia. Il programma satirico di Canale 5 ha inviato a Pescara Pinuccio, che si era già occupato della cassa di colmata. Nel corso del programma è stato così approfondito il caso del progetto del nuovo porto canale, che dovrà essere più stretto rispetto a quanto previsto dal Piano regolatore portuale del 2016 perché nessuno si era accorto della presenza del Ponte del Mare e delle fondazioni dei suoi piloni. Pinuccio ha intervistato Massimo Melizzi dell'associazione Pescara Puntozero e riferito di aver sentito anche un dirigente della Regione, il quale a sua volta avrebbe spiegato che il caso è alla valutazione del comitato regionale Via (di impatto ambientale).
"Dopo la diga foranea sbagliata, dopo l'accumulo infinito di fanghi nella cassa di colmata, continuano però i tentativi di andare avanti con quelli che ci appaiono come veri e propri escamotage per non affrontare come si dovrebbe il problema del porto", commentano in una nota sia Puntozero che il Forum H2o sottolineando come i consulenti insistano per non far fare al progetto la più approfondita Via nazionale poiché il progetto farebbe riferimento non a un "porto" ma un'opera per migliorare la qualità del mare: "Infatti negli ultimi giorni, a seguito di richieste di approfondimenti da parte del Comitato VIA della Regione, i consulenti dell'ARAP (azienda regionale per le attività produttive) stanno insistendo sul fatto che il nuovo molo da realizzare con 15 milioni di euro non sarebbe in realtà una parte del nuovo "porto" ma costituirebbe semplicemente un'opera per il miglioramento della qualità del mare. Facciamo notare che se fosse un "porto" o una sua variante (come è con tutta evidenza!) la procedura sarebbe quella della Valutazione di Impatto Ambientale diretta e di competenza nazionale del Ministero dell'Ambiente. Invece con questa interpretazione piuttosto fantasiosa la competenza rimarrebbe a livello regionale con una più semplice verifica di assoggettabilità a V.I.A. Ci chiediamo", concludono le due associazioni, "come sia possibile continuare con questi giochetti visti gli errori macroscopici che hanno messo in ginocchio una parte dell'economia di una città. Se uno va sul sito del VIA nazionale trova numerose procedure di progetti di porti e di varianti ad opere portuali. Evidentemente a nessuno, tranne in Abruzzo, vengono in mente queste incredibili e sconcertanti scuse per evitare di svolgere procedure che aiuterebbero ad scongiurare brutte figure come quelle che si stanno susseguendo a Pescara". Spontanea e significativa la domanda con la quale Pinuccio ha chiuso il collegamento: "Ma non è meglio vedere come stanno le cose prima di fare un progetto?".