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26 aprile

26 Aprile 2025

Oggi, ma nel 1868, a Nuoro, scoppiava la rivolta detta de “Su connotu”, dall’espressione “Torrare a su connotu”, ossia “Tornare alla modalità conosciuta prima”, protesta, prevalentemente bracciantile e particolarmente accesa, guidata dalla sessantatreenne Pasqua “Paskedda” Selis Zau, vedova e madre di dieci figli, come rimostranza popolare contro l’editto conosciuto come "delle chiudende", del 6 ottobre 1820, del re sabaudo Vittorio Emanuele I di Sardegna, che aveva di fatto introdotto la proprietà privata. Cioè la possibilità di recintare i terreni adibiti a pascolo e a coltivazione abolendo lo storico istituto dell’ademprivio che aveva connotato l'esistenza di migliaia di contadini e pastori in buona parte del comprensorio sardo.

L’editto consentiva a qualunque proprietario di sbarrare liberamente qualunque suo terreno non soggetto a servitù di pascolo, di passaggio, di fontana o d’abbeveratoio cancellando così la fondamentale proprietà collettiva dei terreni agricoli. In tal modo veniva creato uno scompenso alla vita agro-pastorale sarda già arretrata e caratterizzata da tradizioni arcaiche. Il 23 aprile 1865, infatti, era stata approvata la legge numero 2252, inerente l’abolizione degli ademprivi e dei diritti di cussorgia nell’isola, che aveva completato il quadro.

Dopo la rivolta del 26 aprile di quel 1868 (nella foto, particolare, il murales commemorativo in onore di Paskedda Zau, interpretata come una sorta di Marianna di Sardegna, a Nuoro, realizzato nel 2000, ma poi cancellato poiché dipinto senza autorizzazione municipale, proprio sull’edificio della vecchia sede del Comune, e accanto la targa della piazza che verrà intitolata alla manifestazione libertaria de “Su connotu”) verrà istituita la Commissione parlamentare d’inchiesta volta a fare chiarezza sulla situazione, che sarà tecnicamente chiamata “Sopra le condizioni morali, economiche e finanziarie della Sardegna”.

Sarà presieduta da Agostino Depretis e funzionerà dal 24 giugno 1868 fino al 14 giugno dell’anno successivo, ma non produrrà alcun risultato degno di nota. Il 27 gennaio 1971 verrà approvata la legge messa a punto da Fernando De Marzi e Ncolò Cipolla che porrà fine alle lotte per il pascolo e tenterà anche d’arginare il pesante fenomeno del banditismo presente non solo nel nuorese.

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