Pescara, il sindaco: "Basta affollare la riviera, multe salate e pronto a chiudere"

Il lungomare senza controllo diventa esempio negativo in stile Navigli sulle televisioni nazionale. Accuse e richieste di scuse dal centrosinistra. Nell’ultima settimana la media giornaliera delle sanzioni è passata da 32 a 9

PESCARA. Un colpo al cerchio e uno alla botte. Il sindaco Carlo Masci prova a rimettere in carreggiata una fase 2 che a Pescara non è iniziata nel migliore dei modi in fatto di distanziamento sociale e mascherine. Lo fa con un videomessaggio accorato che si apre con gli elogi alla cittadinanza, ma nel quale, cammin facendo, sciorina tutta una serie di pecche che non sono da popolazione disciplinata.

Masci comincia infatti con i complimenti ai pescaresi: «Il vostro comportamento è stato lodevole sotto molti aspetti, avete sopportato obblighi e limitazioni», sottolinea, «quasi tutti avete compreso da subito che non potevamo permetterci passi falsi e avete tenuto un comportamento generalmente corretto, responsabile e persino lungimirante». Ma evidentemente qualcosa è andato storto. Dal primo maggio in poi una parte considerevole di Pescara si è riversata senza remore su riviera, strada parco e altri tradizionali luoghi di ritrovo.

E c’è rimasta, tanto da meritarsi ieri la ribalta del Tg2 in stile Navigli di Milano. Una ribalta che ha visto Pescara «additata come un cattivo esempio», tornano a polemizzare i consiglieri di centrosinistra Marinella Sclocco, Stefania Catalano, Giacomo Cuzzi, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Giovanni Di Iacovo e Mirko Frattarelli. «Il sindaco chieda scusa ai pescaresi per averli esposti a una così brutta figura nazionale», affermano gli esponenti di opposizione.

Ad attacchi della minoranza e richieste di scuse Masci è già rimasto impermeabile nei giorni scorsi. Però comunque sa che c’è un problema, ovvero quel «quasi tutti che non significa tutti». E allora dopo il cerchio deve colpire la botte, perché «sia durante il lockdwon sia nell’ingresso nella fase 2 c’è stato chi ha anteposto la sua individualità al senso di appartenenza alla comunità con atteggiamenti rischiosi per la propria e altrui salute». E fuori dal «quasi tutti» sono in tanti, a giudicare dai comportamenti scorretti che elenca il sindaco, come pure dalle fotografie sulla riviera. «Ho visto troppi pescaresi girare senza mascherina e guanti dove invece sarebbe necessario indossarli», si inalbera Masci, «troppi ciclisti e corridori spargere le loro goccioline di sudore e saliva in luoghi affollati e nelle ore di massimo passeggio, troppe persone in compagnia e in conversazione vicine tra di loro senza alcuna protezione al naso e alla bocca, troppi giovani abbracciati noncuranti del pericolo che corrono, troppi bambini giocare insieme con contatti fisici continui e prolungati nell’indifferenza dei genitori, troppe persone indossare la mascherina come papillon sotto il vestito da cerimonia». Insomma, è lungo l’elenco di chi non mantiene quel «comportamento generalmente corretto, responsabile e persino lungimirante» di cui sopra.

E i rischi il sindaco li palesa senza mezza termini: «Non costringetemi a fare nuovamente provvedimenti rigidi di contenimento», perché «lo farei senza esitare se dovessi ravvisarne la necessità». Masci invoca buon senso e responsabilità «senza alzare la voce, senza usare il dialetto, senza fare cabaret». E assicura: «Ho raccomandato alla polizia municipale di sanzionare comportamenti irrispettosi delle regole e del vivere civile». Quindi da oggi chi sgarra riceve una sanzione economica o sarà solo redarguito verbalmente? Di certo, a fronte di tanti comportamenti scorretti, negli ultimi giorni le multe sono crollate ai minimi storici. Dopo il primo maggio la media giornaliera dei controlli è rimasta sopra ai 600; ma le sanzioni, che erano in media 32 al giorno, tra il primo e l’8 maggio sono diventate in media 9 al giorno.

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