Pescara, la vicenda che fa discutere. “In Comune, ma senza contratto: abusiva nello staff dell’assessore”

14 Marzo 2025

Spunta un esposto bis su una collaboratrice dopo il caso dei balletti in ufficio e pubblicati su Tiktok. E una lettera del segretario generale conferma: «Quella persona non è titolare di incarichi»

È possibile lavorare in un ufficio del Comune di Pescara ma senza contratto, quasi come uno sconosciuto? Ed è possibile che questa persona usi un computer del Comune per mandare e ricevere mail e per organizzare appuntamenti per conto di un assessore e manifestazioni con ospiti a pagamento? E ancora: è possibile che questa persona estranea venga in possesso dei dati sensibili dei pescaresi custoditi negli archivi comunali? A queste domande potrebbero arrivare tre sì.

DENUNCIA BIS Tutto questo potrebbe essere accaduto in base alla denuncia di un’associazione animalista che pare confermata da una lettera del segretario generale Carla Monaco. Oltre al caso dei balletti in un ufficio comunale, con un video pubblicato su Tiktok e segnalato, alla Procura regionale della Corte dei conti, c’è di più. Anche sul Comune di Pescara sembra piombare (in scala) una specie di caso Boccia, un po’ come quello che è costato il posto da ministro a Sangiuliano e ha tenuto in ansia il governo Meloni. 

LA COLLABORATRICE. È il 2 dicembre scorso quando l’associazione Tutela Diritti Animali chiede ai vertici dell’amministrazione Masci di approfondire il caso della collaboratrice di un assessore che sarebbe al lavoro in municipio da abusiva: il presidente dell’associazione Gabriele Bettoschi segnala che «è escluso che l’incarico possa svolgersi senza un contratto e men che mai a titolo gratuito; l’incarico di staff, pur avendo carattere fiduciario, necessita di valutazione delle specifiche professionalità necessarie per il suo espletamento, che nel caso della staffista sembra non ci siano state». E la lettera-esposto prosegue: «La signora, oltre a non poter probabilmente svolgere il suo ruolo di staffista, ha accesso anche a documenti “sensibili” e ad atti riservati dell’ente comunale, pur non avendone titolo». 

«NON HA INCARICHI». Il 16 gennaio, il segretario generale Monaco risponde e ammette che quella persona in servizio in Comune, nello staff di un assessore, «non è titolare, né mai lo è stata, di alcun rapporto contrattuale con il Comune di Pescara come dipendente o tirocinante». A che titolo la signora abbia usato, i computer del Comune non è dato saperlo. Monaco però assicura che «le verifiche svolte dal Settore Transizione Digitale e Demografici circa l’inserimento della medesima all’interno dell’elenco di personale dell’ente assegnatario di un indirizzo di posta elettronica, hanno dato esito negativo». E il segretario aggiunge: «La signora non è assegnataria di una casella di posta elettronica istituzionale. Non è, altresì, in possesso di credenziali per l’accesso alle piattaforme di gestione dell’ente». In altri e successivi documenti, pare certo che la signora sia poi sparita dal municipio: «Allontanata», è il termine usato. «E L’ASSESSORE?». Ma non finisce qui perché, il 13 febbraio scorso, il caso arriva anche sulla scrivania del difensore civico regionale Umberto Di Primio: il segretario generale del Comune, recita la lettera, avrebbe riconosciuto che «la signora lavorava in Comune e per il Comune ma in modo abusivo, in violazione articolo 90 del decreto Legislativo 267/2000, proprio perché in carenza di rapporto contrattuale, ma nulla è stato precisato sui provvedimenti eventualmente adottati anche nei confronti dell’assessore, per l’illegittimo rapporto che aveva fatto sorgere tra il Comune di Pescara e la signora». E, a Di Primio, l’associazione segnala anche: «Nulla, però, è stato precisato su come mai la signora avesse avuto comunque accesso a informazioni sensibili, quale delegata dell’assessore a coordinare specifiche iniziative e manifestazioni pubbliche dell’amministrazione comunale, arrivando persino a decidere sui gadget da scegliere e chi invitare o non invitare, così come risulta da quanto in nostro possesso, per un evento poi annullato e mai più riproposto malgrado le spese effettuate». BALLETTI SU TIKTOK. Lo stesso 13 febbraio, l’associazione di Bettoschi torna a scrivere al Comune e spunta il caso dei balletti: «La nostra segnalazione del 2 dicembre sulla presenza abusiva nello staff dell’assessore ha avuto solo l’allontanamento della signora oltre all’annullamento dell’evento da lei coordinato, ma non ha impedito che altre persone continuassero a lavorare abusivamente e illecitamente per l’amministrazione comunale». E Bettoschi cita il caso della donna «che, addirittura tra una pratica e l’altra, negli stessi uffici dell’assessore, realizza video per Tiktok, con sensuali balletti».