Pescara, palazzo invaso dalla fogna: condannati Aca e Comune

Mai ascoltate le richieste dei residenti di via Punta Penna, e ora in tribunale scatta un risarcimento di 30mila euro

PESCARA. Un «innesto abusivo» alla fogna di un condominio. A collegarsi senza titolo alla «piccola rete» del palazzo a due piani è stato il Comune. Ed è così che le acque bianche e nere di un’«intera» strada comunale sono finite nella fognatura del palazzo che si è ritrovato sommerso dai liquami. E non è successo una volta soltanto: dal 2006 al 2010, le cantine del condominio di via Punta Penna 24, una traversa di via del Circuito, si sono allagate con la solita scena di oggetti da buttare e muri danneggiati. A niente sono valse le richieste dei residenti al Comune e all’Aca: nessuno è intervenuto. Ma, adesso, per il Comune e per l’Aca è arrivata la condanna del tribunale di Pescara. Che con una sentenza ha disposto il risarcimento di oltre 30 mila euro di danni ai proprietari della fogna “sfruttata”. Per il giudice Federica Colantonio, quegli allagamenti hanno due colpevoli: Comune e Aca. E per una città che, alla prima pioggia, è obbligata a fare i conti con gli allagamenti, questa sentenza potrebbe aprire la strada per altri casi simili.
Costretti a fare causa. È una storia che ha dell’incredibile perché, in base agli atti del processo civile, a fare l’«allaccio abusivo» alla rete fognaria a servizio del condominio di via Punta Penna è stato proprio il Comune: «Alla piccola fognatura» del condominio «è stata innestata l’intera fognatura della strada comunale via Passo delle Capannelle che raccoglie le acque bianche e nere di tutti i proprietari frontisti», così dice la citazione dei residenti. Secondo gli abitanti, con quei lavori sbagliati, il Comune ha creato «un meccanismo simile a quelle delle “condotte forzate”». E cioè: «In caso di pioggia tutti i coperchi di ghisa dei pozzetti della fognatura condominiale vengono sollevati dalla forza delle acque facendo fuoriuscire liquami di acque nere e meteoriche che allagano il fabbricato condominiale e le aree adiacenti». Dal 2006, i residenti hanno «segnalato» il caso e «sollecitato» la soluzione al Comune ma, fino al 2010, la situazione «è rimasta invariata»: sono stati costretti a fare causa. E così è cominciata una sequela di udienze per dimostrare, nell’aula di un tribunale, quello che gli abitanti hanno sempre saputo: la loro «piccola» rete fognaria «per l’uso esclusivo» del condominio, fatta di appena 6 pozzetti da 30 centimetri per 30, non può sopportare anche gli scarichi di via Passo delle Capannelle.
Perizia contro il Comune. Durante la causa, il consulente tecnico, l’ingegnere Valerio Gangai ha depositato una perizia nella quale si individua «quale causa dei danni lamentati dal condominio, il malfunzionamento della rete fognaria». Nel giudizio, il Comune ha replicato sostenendo l’«infondatezza» della domanda dei cittadini e «la carenza di legittimazione passiva» come a dire che i proprietari degli immobili allagati non hanno diritto di chiedere i danni. Invece, loro li hanno chiesti. E, insieme ai risarcimenti, hanno chiesto anche il «distacco» del collegamento fognario tra la condotta proveniente da via delle Capannelle a quella condominiale; di prevedere il «proseguimento» della fognatura pubblica; di «provvedere alla realizzazione di tutte le strutture idonee e/o necessarie (condotte fognarie, griglie, muretti pluviali ad evitare gli allagamenti».
La sentenza. Il giudice ha stabilito che i responsabili degli allagamenti sono il Comune e l’Aca. Secondo il tribunale, i cittadini hanno diritto di essere rimborsati perché gli allagamenti sono stati provocati dalla fogna andata in tilt durante la pioggia e da lavori di manutenzione mai fatti nella zona vicina al palazzo. Secondo la sentenza, ai residenti spetta un risarcimento di oltre 12 mila euro. Ma, insieme, Aca e Comune devono sborsare, tra interessi e spese legali, circa 30 mila euro. Comune e Aca, «nelle rispettive qualità di proprietario delle strade e di gestore del sistema idrico», sono stati condannati anche alla realizzazione delle opere mai fatte: muri di contenimento, cordoli e raccoglitori di acque meteoriche in via Punta Penna. Il Comune ha già votato il pagamento del debito ai residenti attraverso una delibera del consiglio comunale. Ma la giunta ha deciso anche di fare appello verso la sentenza di primo grado: quasi una beffa per i residenti del condominio che sui muri porta ancora i segni degli allagamenti.
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