Pescara: perseguita la ex dopo la condanna, arrestato meccanico
Nuovo caso di stalking a distanza di una settimana dal tentato omicidio di Francavilla per gelosia Il 40enne non si rassegnava alla fine della relazione: la donna pedinata e minacciata anche al lavoro
PESCARA. Già condannato per atti persecutori, non poteva più avvicinarsi all’ex compagna. Ma lui, un meccanico pescarese di 40 anni, ha continuato a rendere un inferno la vita della donna. Fino a lunedì sera, quando i carabinieri di Francavilla hanno raggiunto e arrestato l’uomo (non indichiamo il nome per tutelare la vittima) nella casa dei genitori: adesso si trova ai domiciliari. Se ricominciasse ancora una volta con le molestie, finirebbe dritto in carcere. È un’altra storia di "amore malato" dopo il tentato omicidio avvenuto a Francavilla lo scorso 3 settembre: in manette era finito l’albanese Roland Bushi, 27 anni, per aver accoltellato undici volte la ragazza moldava divenuta oggetto della sua ossessione, Aliona Oleinic (33).
Tutto è iniziato quando il mese scorso la donna, una francavillese di 36 anni, si è presentata in caserma e ha raccontato il suo l’incubo. Era esausta: l’uomo che aveva lasciato da tempo non le dava un attimo di tregua, nonostante l’ordine del giudice di stare lontano da lei e una recente sentenza di condanna, sempre per stalking nei suoi confronti, fossero arrivati davanti al tribunale di Chieti. Diversi gli episodi di pedinamenti e appostamenti. In un’occasione, l’uomo ha superato la donna con l’auto, le ha sbarrato la strada e, dopo che era sceso, aveva cominciato a gridare: «Brava! Hai visto cosa mi hai fatto?». Poi era risalito in macchina, aveva alzato il dito medio e si era allontanato.
Dopo l’ennesima denuncia, i carabinieri della tenente Maria Di Lena e del luogotenente Antonio Solimini hanno scritto di nuovo in procura. La vittima ha raccontato di aver vissuto nel terrore di incontrare l’aguzzino in ogni momento. I suoi datori di lavoro, davanti agli investigatori, hanno confermato quanto da lei dichiarato sull’ultimo appostamento davanti al negozio. Il giudice Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che dispone i domiciliari. «Emerge un comportamento assillante e invasivo della vita della parte offesa», è scritto sul provvedimento, «che ha determinato un evidente stato di soggezione nella vittima, provocandole un ragionevole senso di timore per la propria incolumità». Il meccanico, secondo il giudice, andava dunque fermato perché era concreto il rischio di «reiterazione del reato». L’indagato, difeso dall’avvocato Giancarlo De Marco, viene interrogato nelle prossime ore.