PESCARA. Da giorni si dice che “è questione di giorni”, ma il dragaggio al porto turistico non è ancora iniziato e se tutto va bene, come dice adesso il direttore del Marina, Bruno Santori, «puntiamo a cominciare il 10 maggio, per finire al massimo in un paio di settimane. Diecimila metri cubi di sabbia che toglieremo a spese nostre, 100mila euro, non appena avremo il via libera dall’Arta incaricata delle analisi, si spera nei primi giorni della settimna». Intanto, ai due eventi annullati già pochi giorni fa (quello del 25 e 26 aprile e l’altro in programma il 2 maggio in occasione del Sottocosta) si aggiunge anche la tappa dell’Adriatic Trophy prevista l’8 e il 9 maggio.
«Era una gara regionale», commenta Francesco Di Filippo, presidente dell’Assonautica che rappresenta 170 soci, «ma è comunque una perdita: di immagine e di denaro perché il porto turistico è una struttura che porta reddito alla città: più è efficiente il Marina e più gente arriva e si ferma a Pescara. E a guadagnarci sono tutti, dai ristoranti ai negozi, fino ai mezzi di trasporto. L’equivoco è tutto qua: ilporto turistico non è il rimessaggio dei ricchi, ma deve intendersi come un moltiplicatore di reddito per l’indotto che genera. Ma la cosa assurda per il ritardo di questo dragaggio non è il Marina, che ha i soldi pronti, ma la processione di adempimenti burocratici e amministrativi, comprese le ennesime richieste di ulteriori analisi che alla fine porteranno tutta l’operazione a concludersi a stagione iniziata. E questo non è un danno solo per le regate e gli eventi in generale, ma soprattutto per i diportisti che hanno le barche con i pescaggi più importanti e non possono uscire. Ci vuole un po’ più di velocità nei vari passaggi. La proposta di Assonautica è di sederci a un tavolo con anticipo, per cominciare a confrontarci con gli enti e poter ripartire con il dragaggio già il prossimo gennaio. Il dragaggio di adesso è un’emergenza, ma va fatto ogni anno per tenere i fondali a una certa profondità. Per questo noi di Assonautica siamo pronti a dare battaglia: il 2 maggio alle 15 al Marina metteremo in atto un’azione eclatante per ribadire l’importanza di tenere viva questa struttura che, se continua così, rischia di perdere anche la Pescara-Spalato del 29 maggio».
Una struttura da mille posti barca, di cui 700 assegnatari e 125 affittuari. Tra i diportisti, una ventina almeno non possono nè entrare nè uscire dal porto turistico. Uno di questi è Enzo Cirillo, proprietario di una delle barche con il pescaggio più profondo presenti al Marina. «Non si può andare avanti così», commenta, «siamo al paradosso che pur avendo un posto al Marina devo continuare a pagare Ortona dove avevo portato la barca a riparare perché a Pescara non posso rientrare. E in più, con la stagione calda che si avvicina, con la beffa che non posso usare la barca. È un problema che si rappresenta a ogni stagione estiva, ma non si può andare avanti così. Qui al Marina conosco tutti e non voglio prendermela con nessuno, ma ci devono rendere agibile il porto turistico. Di chi è la colpa non lo so, ma va risolto».
«Purtroppo negli ultimi due anni per una serie di incertezze legislative», spiega il direttore del Marina, Bruno Santori, «per il dragaggio c’è stato un salto di tre anni, dal 2011 al 2014. L’anno scorso c’era stato anche il problema che una delibera della Regione era stata impugnata dal governo, insomma una serie di inghippi burocratici che finalmente adesso dovrebbero essere superati perchè si sono chiarite le procedure e le normative che stabiliscono competenze e caratteristiche della sabbia che ci consentono di pianificare, nel vero senso dell parola. Il problema a questo punto è un altro, e cioè chi paga il dragaggio. Finora l’ha pagato il Marina che non riceve un centesimo dalla Camera di commercio e vive di risorse proprie, con le vendite dei posti barca e gli affitti, ma ci sono poi gli oneri condominiali da pagare, e non sono pochi considerando anche che tra Imu e tassa sui rifiuti, da poco più di 100mila euro siamo arrivati a 300mila euro da pagare al Comune tra il 2013 e il 2014. La nostra proposta l’abbiamo avanzata: la sabbia che draghiamo all’imboccatura del porto, quella che si accumula con le correnti, potrebbe essere utilizzata per il ripascimento dei litorali. Pescara ha già detto di no perché pensa di utilizzare la sabbia della Madonnina, la Regione ci sta pensando per Francavilla. In cambio il dragaggio sarebbe totalmente a carico suo».