il caso
Pescara, schiaffi anche per la spesa: all’ospedale 300 donne
Violenze domestiche, dall’inizio dell’anno in pronto soccorso un caso al giorno. L’ultima vittima una giovane marocchina pestata e presa per il collo dal compagno
PESCARA. È arrivata al pronto soccorso tremante e in preda all’ansia, raccontando di una terribile lite con il compagno, l’ennesima, che questa volta, oltre alle sberle e ai pugni, le ha messo anche le mani al collo. È successo qualche giorno fa all’ospedale civile dove, come da prassi, di fronte al racconto della donna, arrivata con il 118 e una volante della polizia allertata proprio dai sanitari dell’emergenza, è scattato il servizio del Codice rosa per le donne vittime di aggressioni, il servizio con cui proprio un anno fa l’ospedale pescarese, con il referente del servizio della Asl, il dottor Mauro Della Guardia, si classificò al primo posto su 66 strutture «per il percorso di accoglienza e sostegno rivolto alla donna vittima di violenza che garantisce una gestione clinico-assistenziale protetta della paziente, dall’accesso in pronto soccorso alla presa in carico della rete antiviolenza sul territorio».
Un percorso che dall’inizio di questo 2015, riferisce proprio il dottor Della Guardia, è scattato per oltre trecento donne vittime di violenza e maltrattamenti e tra queste l’ultima è proprio la donna di origine marocchina arrivata la scorsa settimana in pronto soccorso. La donna, terrorizzata ma determinata ad allontanarsi dal compagno (che il giorno dopo però, non ha voluto denunciare) ha raccontato di tre anni di botte e liti. Pur lavorando, ha raccontato che il compagno anche lui di origine marocchina pretendeva e controllava anche i suoi soldi.
E l’altro giorno il dramma si è scatenato proprio in seguito alla richiesta della donna di avere dal compagno i soldi per la spesa. Una richiesta a cui, dopo il rifiuto del marito, è seguita la lite sfociata nell’aggressione fisica della donna presa a sberle e a pugni dall’uomo che alla fine, secondo quanto riferito dalla stessa vittima, l’avrebbe scaraventata sul letto dove, nel tentativo di non farla urlare, le avrebbe messo un cuscino sulla bocca fino a stringerle il collo con le mani. Per poi portarle via da casa i documenti e il cellulare. Segnali ad alto rischio per i medici del servizio Codice rosa della Asl che l’hanno presa in consegna dai poliziotti e che a quel punto, dopo una diagnosi per percosse, violenza economica, fisica e psicologica, hanno refertato la donna con una prognosi di dieci giorni facendo scattare la messa in protezione della donna portata temporaneamente a casa di un’amica. Tutti gli atti del caso, raccolti e ricostruiti dalla Mobile, sono stati poi rimessi alla Procura che valuterà eventuali provvedimenti nei confronti dell’uomo. Ma lei, la vittima, superata la rabbia e il dolore del giorno prima, di fronte ai poliziotti ha detto di non voler denunciare l’uomo che la tormenta da anni. «Basta che ci lasciamo, non voglio creargli problemi sul lavoro». (s.d.l.)
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