Pescara, stazione chiusa: clochard in hotel e alla Caritas
Riunione in prefettura con i dirigenti delle Ferrovie, il Comune annuncia un piano d’emergenza. Il dormitorio di via Alento con sessanta letti e la mensa saranno pronti alla metà di giugno
PESCARA. Partirà dal prossimo primo maggio la chiusura notturna della stazione centrale di Pescara. La data è stata annunciata ieri mattina, in una riunione in prefettura cui hanno preso parte i dirigenti delle Ferrovie, i rappresentanti del Comune e della Regione, dell’associazione di volontariato On the road e il direttore della Caritas don Marco Pagniello.
Durante l’incontro, è stato anche illustrato un piano di emergenza per una quarantina di clochard che tutte le notti trovano posto all’interno della stazione per dormire. I senzatetto, se necessario, potranno essere ospitati in alberghi o nel centro di accoglienza della Caritas. Poi, per la metà di giugno, è prevista l’apertura del nuovo dormitorio-Cittadella della carità, della Caritas, in via Alento con 60 letti e una mensa con 100 posti.
Insomma, tutto sembra pronto per far scattare la chiusura della stazione centrale. Chiusura prevista inizialmente dalle Ferrovie per il 18 febbraio e poi rimandata, su richiesta dell’amministrazione comunale, per evitare di lasciare fuori i clochard durante il periodo invernale. La chiusura, come era stato già preannunciato, avverrà tutte le notti dalle 22 a mezzanotte e 50 e dalle 3,45 alle 4,50. «L’iniziativa delle Ferrovie», ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Guido Cerolini, «si basa sulla necessità di ripristinare ordine e decoro all’interno della stazione, troppo spesso utilizzata impropriamente come dormitorio, restituendo gli spazi vitali, come le sale d’attesa, l’atrio, le salette lungo il primo binario e anche i bagni, ai passeggeri in transito, in partenza o in arrivo allo scalo ferroviario». Ma questa operazione servirà alle Ferrovie di risparmiare un po’ di soldi sulle bollette dell’energia elettrica, perché la luce della stazione durante le ore di chiusura, quasi certamente, verrà spenta.
Il Comune, in vista dell’ormai prossima chiusura dello scalo, ha già avviato da tempo una serie di attività per la gestione dell’emergenza per i clochard che si troveranno ben presto senza un posto dove andare a dormire. «Per questo», ha detto Cerolini, abbiamo organizzato una serie di incontri con le associazioni di volontariato per la gestione dei senzatetto, come On the road, la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio, la cooperativa Nuovi orizzonti, la Croce rossa e il Centro operativo sociale. Con loro abbiamo predisposto una squadra di intervento di volontari».
«Lunedì prossimo», ha rivelato ancora Cerolini, «ci sarà un’altra riunione in Comune con l’obiettivo di vagliare le varie proposte, partendo dall’ampliamento dell’orario di apertura del centro diurno Help center Trein de vie, fino alla possibilità di accogliere alcune persone nel centro di accoglienza Caritas di via Gran Sasso o in alberghi convenzionati».
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