L’Attore in scena a TERAMO

Placido, Re Lear e i giovani «Noi padri abbiamo fallito»

TERAMO. «Io, uomo del sud, non so se collocare l'Abruzzo al centro, al nord, al sud. E soprattutto Teramo, che è una città del nord, probabilmente la prima città d'Italia come percentuale di abbonati...

TERAMO. «Io, uomo del sud, non so se collocare l'Abruzzo al centro, al nord, al sud. E soprattutto Teramo, che è una città del nord, probabilmente la prima città d'Italia come percentuale di abbonati a teatro, 2.300 su 55mila abitanti». Michele Placido è rimasto impressionato dalla risposta del pubblico teramano al suo Re Lear. L'ha detto in palcoscenico martedì sera, al termine della rappresentazione scespiriana, e l'ha ripetuto ieri mattina nell'incontro con la stampa, in compagnia del figlio Brenno («L'ho sottoposto a un provino per il ruolo del Fool» ha rimarcato), del compositore teramano Luca D'Alberto, autore delle musiche («Punto su Luca, ci conosciamo da poco ma ho capito che possiede un grande talento, sarà con me anche nei prossimi lavori, dal Giulio Cesare al film che girerò in Francia») e di Maurizio Cocciolito, presidente della Società Riccitelli, organizzatrice della stagione teramana di prosa. «Re Lear è un testo politico, sulla responsabilità dei padri nei confronti dei figli, dei giovani. Abbiamo fallito, non siamo stati capaci di fondare una società sana, con delle regole. I vecchi ora devono limitarsi a dare consigli, non devono avere le poltrone. Per far sì che i giovani diventino responsabili, così nessuno potrà più chiamarli bamboccioni». Oltre al veterano Gigi Angelillo nei panni di Gloucester, di giovani si è circondato Michele Placido in questo vibrante allestimento del Re Lear, quasi tutti compagni di Accademia della giovane moglie Federica Vincenti, toccante Cordelia. Su tutti spiccava lo strepitoso Edgar di Francesco Bonomo: «Lui oggi è il miglior attor giovane. Ma sono orgoglioso di tutti e dell'intera messinscena. La mia passione è insegnare la recitazione. Non ho problemi di protagonismo attoriale, e quando un giovane cui ho dato tanto riceve l'applauso è come se lo ricevessi anch'io. Spero di chiudere la tournée all'Aquila, so che Alessandro Preziosi (l'attore è direttore artistico del Tsa, ndc) ci voleva. Vogliamo portare una testimonianza». L'Aquila, la zona rossa, appare in una sequenza del film Viva l'Italia, ora in sala, quando il personaggio interpretato da Placido, il corrotto senatore Spagnolo, "rinsavito" dopo un ictus vi conduce il figlio (Alessandro Gassman) per fargli capire a cosa porta la corruzione. «L'Aquila è il simbolo della nostra incapacità, non solo di quella dei politici. Anche in Viva l'Italia è presente la dinamica padri-figli, con un padre che ha rovinato i figli imponendoli senza merito in posti strategici».

Anna Fusaro

©RIPRODUZIONE RISERVATA