PESCARA / CORONAVIRUS
Plasma con gli anticorpi, i donatori sono in crescita
Pescara, l’esperimento dà i primi frutti. La Asl: «Risposte positive dai guariti»
PESCARA. È iniziata da quasi 20 giorni l’idoneizzazione dei donatori guariti da Covid-19 tramite il servizio trasfusionale della Asl di Pescara. La dottoressa Ornella Iuliani – principal investigator dello “Studio interventistico per valutare l’efficacia e la sicurezza dell’immunoterapia passiva con plasma da pazienti Covid-19 guariti – nel trattamento delle forme severe di Covid, con tutto il team del servizio trasfusionale, «sta contattando i pazienti guariti e che quindi hanno sviluppato anticorpi specifici contro la Sars-Cov2 per definire un pool di donatori idonei per la donazione di plasma», fanno sapere dalla Asl di Pescara.
«Già in altre realtà italiane la terapia con il plasma iperimmune sta dando risultati incoraggianti e anche in Abruzzo tutti i possibili donatori contattati hanno risposto in maniera positiva rendendosi disponibili alla donazione», si legge in una nota diffusa sulla pagina facebook della Asl.
«È importante sottolineare la peculiarità di questo studio che vede coinvolti tutti i servizi trasfusionali per poter dotare gli ospedali abruzzesi dello stesso armamentario terapeutico per sconfiggere il coronavirus».
Il via libera in Abruzzo alla sperimentazione per valutare di quella che tecnicamente si chiama immunoterapia passiva con plasma c’è stato da più di un mese, mentre il mondo intero è al lavoro per cercare un vaccino ed una terapia. Per l’appunto fra le ipotesi individuate, una strada importante è rappresentata proprio dall'uso del plasma, ovvero la parte liquida del sangue, di coloro che sono completamente guariti dalla malattia.
Si tratta, infatti, di soggetti che hanno sviluppato anticorpi specifici contro il coronavirus, che possono servire a chi è malato per contrastare il Covid-19. Il punto di partenza è che nei pazienti guariti e immunizzati è presente un titolo sufficientemente elevato dei cosiddetti "anticorpi neutralizzanti specifici": in base a numerosi studi e sperimentazioni si può ritenere che abbiano la capacità di neutralizzare il virus Sars-cov-2, distruggere le cellule infettate e ridurre il livello di infiammazione dei tessuti polmonari.
Come funziona la donazione di plasma iperimmune? Dopo aver compiuto tutte le verifiche opportune, dal punto di vista del prelievo sarà come una normale procedura di plasmaferesi presso le Unità di raccolta che effettuano il prelievo di plasma. Un separatore cellulare separerà il sangue dal plasma, in questa maniera si riusciranno ad ottenere fino a 600 ml di plasma nel quale, tra le proteine, saranno presenti immunoglobuline anti-Covid19. Successivamente il plasma così raccolto verrà sottoposto a inattivazione virale con apposito macchinario. Sarà quindi pronto per “uso clinico” ed essere infuso ai pazienti sottoposti a questo tipo di terapia oppure potrà essere congelato e conservato in appositi frigo-emoteche.
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