Quattro inchieste scuotono il Comune
Le indagini che scuotono Palazzo di città: dirigenti, consulenze esterne e due filoni sulle spese Pescara 2012
PESCARA. Le spese per Pescara 2012, i dirigenti e le consulenze esterne tra cui quella a Guerri: arrivano a 4 le inchieste che stanno mettendo in subbuglio il Comune della giunta Mascia immune, a 3 anni dal suo insediamento, da indagini. Quattro magistrati diversi si stanno muovendo negli ambiti sollevati dai consiglieri di opposizione da cui sono proliferati esposti mirati ai nervi dell'amministrazione di Luigi Albore Mascia, il sindaco del Pdl indagato per abuso d'ufficio per una consulenza da circa 35 mila euro affidata direttamente a Barbara Briolini e considerata dalla procura irregolare.
CITTA' DELLO SPORT BIS. La consulenza è una delle voci che ammontano a 118.295 euro sostenute dal Comune per il titolo sportivo di Pescara 2012: una miriade di fatture per promozione, organizzazione, cene, ristoranti, bandierine e penne con il logo di Pescara 2012. Un rendiconto a cui il consigliere dell'Idv Adelchi Sulpizio aveva chiesto di poter accedere ma, ricevendo il diniego dall'amministrazione, ha girato quella richiesta in procura.
Il fascicolo aperto sull'accesso agli atti di Pescara 2012 - la seconda inchiesta sull'argomento - è finito sulla scrivania del pm Gennaro Varone ma sembrerebbe destinato all'archiviazione anche perché, poi, quegli atti sono stati messi a disposizione dall'amministrazione.
IL RINNOVO DI D'AURELIO. Nella girandola di dirigenti che si sono avvicendati dal 2009 in Comune sta facendo luce il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini che, in particolare, accompagnata dalle indagini della squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana, si sta concentrando sul rinnovo del contratto di Amedeo D'Aurelio. L'ingegnere, ex direttore di Ambiente spa, ha sostituito nell'ottobre 2010 Marco Pasqualini alla guida del settore Gestione del territorio del Comune e, l'anno successivo, è stato nominato anche dirigente del dipartimento Lavori pubblici. Per il momento l'inchiesta non presenta indagati né ipotesi di reato ma, tra le tante posizioni dei dirigenti, a non convincere gli inquirenti è proprio quella di D'Aurelio: il rinnovo del contratto si ipotizza che avrebbe violato il regolamento comunale. Un tema, anche questo, sollevato dall'opposizione e in particolare da un esposto del consigliere Pd Enzo Del Vecchio che gli inquirenti hanno preso come base per poi virare verso altre indagini. Un anno fa, secondo il Pd, il contratto di D'Aurelio insieme a quelli di altri sei dirigenti era considerato «un contratto fuorilegge» perché violava la legge Brunetta che fissava un limite massimo del 10% della dotazione organica per il conferimento di incarichi dirigenziali a tempo. «Sono tutti incarichi dirigenziali attribuiti successivamente all'entrata in vigore del decreto legislativo 150, del 2009, legge Brunetta», diceva l'opposizione riferendosi ai sette dirigenti, «e pertanto risultanti oltre la dotazione organica consentita». L'amministrazione, in quel periodo, replicava che era tutto in regola.
CONSULENZA A GUERRI. Le consulenze esterne, tra cui quella a Giordano Bruno Guerri, potevano essere assegnate? Hanno rispettato le procedure regolari? E' questa un'altra inchiesta nella mani del pm Valentina D'Agostino e partita sempre da un esposto dal consigliere Del Vecchio del Pd. L'esposto aveva come fine da un lato quello di verificare il rispetto delle norme vigenti in materia di incarichi e consulenze all'interno delle pubbliche amministrazioni e, dall'altro, l'eventuale danno erariale causato all'ente. Secondo Del Vecchio l'affidamento delle sette collaborazioni contestate non sarebbe regolare in quanto non verrebbe rispettato il comma 6 dell'articolo 110 del decreto legislativo 267 del 2000, per il quale è obbligatorio procedere all'evidenza pubblica e alla comparazione dei curricula per l'affidamento degli incarichi. Le sette collaborazioni esterne citate nell'esposto sono quelle di Giuliano Grossi, della società Lidea, di Michele Lepore, di Salvatore Colletti, di Francesco Di Donato, di Guerri e di Silvano Console per un totale di 413mila euro. Il fascicolo è stato aperto da poco e, anche in questo caso, è agli albori e non presenta indagati e ipotesi di reato.
CITTA' DELLO SPORT BIS. La consulenza è una delle voci che ammontano a 118.295 euro sostenute dal Comune per il titolo sportivo di Pescara 2012: una miriade di fatture per promozione, organizzazione, cene, ristoranti, bandierine e penne con il logo di Pescara 2012. Un rendiconto a cui il consigliere dell'Idv Adelchi Sulpizio aveva chiesto di poter accedere ma, ricevendo il diniego dall'amministrazione, ha girato quella richiesta in procura.
Il fascicolo aperto sull'accesso agli atti di Pescara 2012 - la seconda inchiesta sull'argomento - è finito sulla scrivania del pm Gennaro Varone ma sembrerebbe destinato all'archiviazione anche perché, poi, quegli atti sono stati messi a disposizione dall'amministrazione.
IL RINNOVO DI D'AURELIO. Nella girandola di dirigenti che si sono avvicendati dal 2009 in Comune sta facendo luce il procuratore aggiunto Cristina Tedeschini che, in particolare, accompagnata dalle indagini della squadra Mobile di Pierfrancesco Muriana, si sta concentrando sul rinnovo del contratto di Amedeo D'Aurelio. L'ingegnere, ex direttore di Ambiente spa, ha sostituito nell'ottobre 2010 Marco Pasqualini alla guida del settore Gestione del territorio del Comune e, l'anno successivo, è stato nominato anche dirigente del dipartimento Lavori pubblici. Per il momento l'inchiesta non presenta indagati né ipotesi di reato ma, tra le tante posizioni dei dirigenti, a non convincere gli inquirenti è proprio quella di D'Aurelio: il rinnovo del contratto si ipotizza che avrebbe violato il regolamento comunale. Un tema, anche questo, sollevato dall'opposizione e in particolare da un esposto del consigliere Pd Enzo Del Vecchio che gli inquirenti hanno preso come base per poi virare verso altre indagini. Un anno fa, secondo il Pd, il contratto di D'Aurelio insieme a quelli di altri sei dirigenti era considerato «un contratto fuorilegge» perché violava la legge Brunetta che fissava un limite massimo del 10% della dotazione organica per il conferimento di incarichi dirigenziali a tempo. «Sono tutti incarichi dirigenziali attribuiti successivamente all'entrata in vigore del decreto legislativo 150, del 2009, legge Brunetta», diceva l'opposizione riferendosi ai sette dirigenti, «e pertanto risultanti oltre la dotazione organica consentita». L'amministrazione, in quel periodo, replicava che era tutto in regola.
CONSULENZA A GUERRI. Le consulenze esterne, tra cui quella a Giordano Bruno Guerri, potevano essere assegnate? Hanno rispettato le procedure regolari? E' questa un'altra inchiesta nella mani del pm Valentina D'Agostino e partita sempre da un esposto dal consigliere Del Vecchio del Pd. L'esposto aveva come fine da un lato quello di verificare il rispetto delle norme vigenti in materia di incarichi e consulenze all'interno delle pubbliche amministrazioni e, dall'altro, l'eventuale danno erariale causato all'ente. Secondo Del Vecchio l'affidamento delle sette collaborazioni contestate non sarebbe regolare in quanto non verrebbe rispettato il comma 6 dell'articolo 110 del decreto legislativo 267 del 2000, per il quale è obbligatorio procedere all'evidenza pubblica e alla comparazione dei curricula per l'affidamento degli incarichi. Le sette collaborazioni esterne citate nell'esposto sono quelle di Giuliano Grossi, della società Lidea, di Michele Lepore, di Salvatore Colletti, di Francesco Di Donato, di Guerri e di Silvano Console per un totale di 413mila euro. Il fascicolo è stato aperto da poco e, anche in questo caso, è agli albori e non presenta indagati e ipotesi di reato.
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