PESCARA

Reddito di cittadinanza, l’appello agli esclusi: venite a lavorare negli stabilimenti 

Nel settore turistico c’è ancora bisogno di addetti, ma in pochi si fanno avanti. Confcommercio: «Ci serve personale, c’è posto per camerieri, cuochi e inservienti»

PESCARA. Anche se la stagione turistica è partita da un pezzo e ha superato il giro di boa, c’è ancora la possibilità di trovare un posto di lavoro. Possono avere una chance, quindi, coloro che fino ad oggi non hanno cercato un’attività perché percepivano il Reddito di cittadinanza ma ora, dal primo agosto, sono rimaste senza sussidio: in base ai dati a disposizione del Comune le famiglie che rientrano in questa categoria sono 2.100 e risultano per lo più occupabili.

«C’è chi cerca tuttora camerieri, cuochi e inservienti», dice dalla Confcommercio Riccardo Padovano ricordando che all’inizio della stagione «qualcuno è stato costretto a richiamare figli e nipoti, non avendo personale. Le figure richieste sono gli addetti per bar e ristoranti, non solo negli stabilimenti ma anche nella linea della ristorazione e del turismo. E chi è interessato può contattare la Confcommercio».

In questi giorni non c’è stata una corsa al posto di lavoro. «Chi vuole, può trovare occupazione, nelle cucine e nelle camere, specie se si è disposti a viaggiare e se si conoscono le lingue, visto che si apre la stagione in montagna», spiega dalla Federalberghi Daniela Renisi sottolineando «che qualcosa c’è anche qui ma fino ad ora non ci sono soggetti interessati. Il problema, per noi, è che si presentano persone senza competenze acquisite, quindi bisogna formarle. E poi avanzano esigenze specifiche (ad esempio vogliono lavorare solo alcune ore) e sono capaci di mollare subito. È importante, quindi, ripartire dalla motivazione del personale, reimpostandola».

In linea generale «la possibilità di lavorare c’è, per cuochi e camerieri, anche se la stagione è per metà già superata», fa notare il rappresentante di Confcommercio Banqueting e Catering Gabriele Armenti. «Ma io non credo che sia stato il Reddito di cittadinanza a creare il problema della mancanza di addetti. Diciamo che lo ha solo amplificato. E non è vero che non paghiamo bene. Va detto, invece, che il Reddito ha alimentato il lavoro nero», osserva il ristoratore. «Nel nostro settore mancano 300mila unità, in tutta Italia: da qualche anno non c’è ricambio generazionale, essendo venuto meno l’inserimento di giovani che non puntano più su questo lavoro per pagarsi gli studi, ad esempio, facendo attività stagionale. Ora sono sostenuti dalle famiglie e poi appaiono meno ambiziosi di una volta».

«Di quei 2.100 che non percepiscono più il Reddito, non tutti sono occupabili. E chi può rientrare nel mondo del lavoro va necessariamente riqualificato, prima di cercare una collocazione. Solo una percentuale molto bassa può essere sistemata subito», osserva dalla Confesercenti Gianni Taucci. Le difficoltà a trovare un posto non saranno poche «per chi è fuori dal mondo del lavoro da troppo tempo. Ma con il programma Gol puntiamo a riqualificare le persone che beneficiavano della Naspi o del Reddito di cittadinanza, persone che magari hanno alla spalle un’esperienza breve e appaiono demotivate. Alcuni hanno una chance, ma vanno formati».

«Il Reddito di cittadinanza ha distorto il mercato del lavoro per cui ora ci sarà un riallineamento», dice dalla Confartigianato Fabrizio Vianale facendo notare che «tante figure non si trovano più anche per il Reddito. Ora la possibilità di lavorare c’è, ma non all’istante, però prima si apre una fase di formazione e qualifica. Le figure carenti sono gelatiere, barman, estetista, parrucchiera, e ci sono i nostri corsi, per prepararsi».

«Nonostante per molti non ci sia più il Reddito, non c’è stato un cambio di rotta, tra chi cerca un’occupazione», spiega dalla Cna Luciano Di Lorito. «E comunque prima serve la formazione altrimenti i settori che hanno bisogno di personale non raggiungono l’obiettivo: la formazione dà garanzie a tutti, imprese e lavoratori».
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