Ricostruito l'orecchio staccato a morsi
Intervento chirurgico d'eccellenza al San Massimo su un operaio di 38 anni
PENNE. Temeva di perdere l'orecchio che, al culmine di una rissa, gli era stato staccato a morsi. I medici del reparto di Otorino dell'ospedale San Massimo, dopo quasi due ore di intervento chirurgico, glielo hanno ricostruito, permettendogli di conservare l'udito. E così, Antonino Donatelli, 38 anni, operaio di Penne, è riuscito a salvare il suo orecchio, strappato da un morso fulmineo.
Non è stato un miracolo, spiegano gli esperti. Il successo è riconducibile alla qualità sanitaria e all'efficienza medica del reparto di Otorino pennese, diretto dal dottor Vincenzo Rapino. Il fatto risale al 16 maggio scorso. Antonino, ex body guard di politici (tra i quali Franco Marini e Silvio Berlusconi), attori e imprenditori, insieme a un amico entra nel bar Quattro Strade di Elice per un caffè.
Nota che due uomini con accento napoletano, appoggiati al bancone, hanno innescato un'accesa discussione con la barista. L'operaio pennese interviene per difendere la ragazza. Ne nasce una colluttazione e uno dei due uomini, durante la rissa, si lancia verso Antonino Donatelli al quale, con un morso, stacca l'orecchio destro. Soccorso dal proprietario del bar, a bordo di un'ambulanza del 118, il giovane operaio raggiunge il pronto soccorso, dove viene medicato e sottoposto all'intervento chirurgico: una sequela di operazioni che il dottor Vincenzo Passali, otorino all'ospedale di Penne da undici anni, gestisce con freddezza.
«Le probabilità che l'operazione riuscisse erano molto basse», racconta il medico, «Temevamo, infatti, che il pezzo staccato non potesse attecchire sulla parte di orecchio sano. Anche alla luce di alcune consulenze specifiche che ci avevano avvalorato questa tesi. Sicuramente, la presenza di una struttura capace di intervenire chirurgicamente in tempi brevi, oggi, ha salvato l'orecchio del paziente.
Colgo l'occasione per sottolineare anche l'eccellente lavoro eseguito dall'équipe medica e infermieristica, dalla ferrista Daniela Grande all'anestesista Grassi, che hanno svolto un ottimo intervento». Le cure mediche sul paziente sono state eseguite dalle infermiere Tina Olivieri e Teresa Febbo.
Il reparto di Otorino, nel 2006, produceva ben 400 interventi; poi, l'utilizzo ridotto della sala operatoria ha diminuito il numero degli interventi. «E' stata un'operazione andata a buon fine grazie al meticoloso lavoro dell'équipe medica, che è riuscita a intervenire tempestivamente», ha commentato Rapino, primario di Otorinolaringoiatria. «Ho rischiato di perdere l'orecchio per una banale lite», racconta Donatelli, «Colgo l'occasione per ringraziare i medici e il personale infermieristico per l'assistenza». Una storia finita bene.
Non è stato un miracolo, spiegano gli esperti. Il successo è riconducibile alla qualità sanitaria e all'efficienza medica del reparto di Otorino pennese, diretto dal dottor Vincenzo Rapino. Il fatto risale al 16 maggio scorso. Antonino, ex body guard di politici (tra i quali Franco Marini e Silvio Berlusconi), attori e imprenditori, insieme a un amico entra nel bar Quattro Strade di Elice per un caffè.
Nota che due uomini con accento napoletano, appoggiati al bancone, hanno innescato un'accesa discussione con la barista. L'operaio pennese interviene per difendere la ragazza. Ne nasce una colluttazione e uno dei due uomini, durante la rissa, si lancia verso Antonino Donatelli al quale, con un morso, stacca l'orecchio destro. Soccorso dal proprietario del bar, a bordo di un'ambulanza del 118, il giovane operaio raggiunge il pronto soccorso, dove viene medicato e sottoposto all'intervento chirurgico: una sequela di operazioni che il dottor Vincenzo Passali, otorino all'ospedale di Penne da undici anni, gestisce con freddezza.
«Le probabilità che l'operazione riuscisse erano molto basse», racconta il medico, «Temevamo, infatti, che il pezzo staccato non potesse attecchire sulla parte di orecchio sano. Anche alla luce di alcune consulenze specifiche che ci avevano avvalorato questa tesi. Sicuramente, la presenza di una struttura capace di intervenire chirurgicamente in tempi brevi, oggi, ha salvato l'orecchio del paziente.
Colgo l'occasione per sottolineare anche l'eccellente lavoro eseguito dall'équipe medica e infermieristica, dalla ferrista Daniela Grande all'anestesista Grassi, che hanno svolto un ottimo intervento». Le cure mediche sul paziente sono state eseguite dalle infermiere Tina Olivieri e Teresa Febbo.
Il reparto di Otorino, nel 2006, produceva ben 400 interventi; poi, l'utilizzo ridotto della sala operatoria ha diminuito il numero degli interventi. «E' stata un'operazione andata a buon fine grazie al meticoloso lavoro dell'équipe medica, che è riuscita a intervenire tempestivamente», ha commentato Rapino, primario di Otorinolaringoiatria. «Ho rischiato di perdere l'orecchio per una banale lite», racconta Donatelli, «Colgo l'occasione per ringraziare i medici e il personale infermieristico per l'assistenza». Una storia finita bene.
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