Rigopiano, in un'inchiesta della Rai il giallo dei mezzi militari mai partiti
Il segretario nazionale Usb-Vigili del fuoco al microfono di Ezio Cerasi: «Nel mattinale del 18 gennaio della Sala operativa nazionale dei vigili del fuoco la parola Rigopiano non c'è»
PESCARA. Perchè il 18 gennaio 2017 non vennero impiegati gli elicotteri militari da ricognizione dopo l'allarme lanciato per Rigopiano? Nell’inchiesta del giornalista del Tg3 Abruzzo, Ezio Cerasi, andata in onda nella puntata di ieri mattina di "Buongiorno Abruzzo" e su Rai News, il segretario nazionale Usb-Vigili del fuoco, Costantino Saporito, dichiara che «nel mattinale del 18 gennaio 2017 della Sala operativa nazionale dei Vigili del fuoco la parola Rigopiano non c’è, solo il giorno dopo c’è traccia del protocollo di emergenza. E questo la dice lunga su cosa non ha funzionato. Per un soccorritore conoscere e valutare il rischio è estremamente vitale».
Durante l'intervista il sindacalista si sofferma sul mancato avviso da parte del prefetto, alla sala crisi Nazionale dei vigili del fuoco che avrebbe potuto poi far partire un elicottero cosiddetto “ogni tempo” dell’esercito o dei reparti “search and rescue” dell’aeronautica militare. Elicotteri del tipo NH90 dell'esercito o, meglio, gli Augusta Bell HH-101 "Cesar" dell'Aeronautica militare, mezzi presenti nelle basi di Cervia e a Viterbo che a un’ora di volo da Rigopiano avrebbero potuto anticipare di diverse ore l’arrivo delle squadre di soccorso al resort distrutto dalla valanga. «È veramente tanta la differenza tra un minuto e mezz’ora rispetto alla partenza dei soccorsi», afferma Saporito.