scontro in comune
Rimpasto nella giunta, il Pd litiga sulla scelta dell’assessore
PESCARA. È scontro all’interno del Pd sul rimpasto della giunta. Sono bastate alcune indiscrezioni sull’ingresso di un nuovo assessore, in sostituzione di Bruna Sammassimo che si è dimessa più di un...
PESCARA. È scontro all’interno del Pd sul rimpasto della giunta. Sono bastate alcune indiscrezioni sull’ingresso di un nuovo assessore, in sostituzione di Bruna Sammassimo che si è dimessa più di un mese fa, per far riemergere nel Partito democratico delle divisioni già evidenziate più volte in alcune scelte amministrative importanti. L’indiscrezione che ha scatenato un putiferio ieri riguarda il presidente del consiglio comunale Antonio Blasioli. Secondo alcune fonti, dovrebbe essere proprio Blasioli a indicare al sindaco la donna da far entrare in giunta. Il presidente del consiglio comunale avrebbe in serbo due nomi da indicare a seconda delle deleghe che il sindaco vorrà attribuire al futuro componente della giunta. Le reazioni nel Pd non sono mancate.
«La discussione, in questi giorni, sui nuovi assetti della giunta merita più approfondimento e più collegialità», ha affermato il deputato Antonio Castricone, «non si può pensare che Pescara sia al centro delle attenzioni del partito solo di fronte a campagne elettorali o ad emergenze amministrative e poi, magari, quando si tratta di rivedere l’impianto amministrativo, seppur in maniera parziale, si devono apprendere le notizie o dai giornali, o attraverso informazioni raccolte in maniera frammentaria. Tocca innanzitutto ai segretari provinciali e comunali portare nella sede del partito questa discussione».
Dello stesso avviso il segretario cittadino Moreno Di Pietrantonio: «Il rimpasto deve essere condiviso con il partito di Pescara. La scelta dell’assessore deve scaturire da un ragionamento che sindaco e maggioranza devono fare insieme». «Credo che il primo criterio da attuare nella scelta», ha invece precisato il consigliere e presidente della commissione Grandi infrastrutture Francesco Pagnanelli, «sia quello della competenza e del merito. Il secondo criterio deve essere quello di una discussione interna tra le forze di governo, tesa al rafforzamento della maggioranza. Mi sembra riconducibile a fantapolitica l’ipotesi inaccettabile che il presidente del consiglio comunale possa esprimere arbitrariamente il nome del nuovo assessore». (a.ben.)
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