Un anno dopo gli arresti è scontro politico a sinistra mentre le indagini puntano sul centrodestra
«Sanitopoli, il Pd rispetti i pm»
L’attacco dei dipietristi. Cazzola difende Del Turco: «Nuovo caso Tortora»
PESCARA. Un nuovo «caso Tortora» per Giuliano Cazzola, deputato del Pdl. «No agli attacchi alla magistratura», per Di Pietro dell’Idv che con il senatore Alfonso Mascitelli prendono le distanze dal Pd abruzzese che si dichiara «deluso dal lavoro della procura di Pescara».
La vicenda Sanitopoli e il «caso Del Turco» a 12 mesi dagli arresti dell’ex presidente della giunta fa discutere. Un anniversario segnato, secondo la procura di Pescara da una inchiesta che si allarga verso il centrodestra con l’iscrizione nel registro degli indagati di 40 persone, cinque in più rispetto a un anno fa.
Ieri mattina le agenzie stampa nazionali hanno battuto l’intervento del deputato Pdl, Cazzola che ha espresso solidarietà all’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco arrestato il 14 luglio 2008. «Nonostante la procura di Pescara parlasse pubblicamente di “prove schiaccianti”, io sostenni che si trattava di un nuovo “caso Tortora” e credo che i fatti mi stiano dando ragione», dice Cazzola che ha ricordato la vicenda nell’Aula della Camera. «Non essendosi ancora concluse le indagini nei suoi confronti», osserva l’esponente del Pdl, «Del Turco non è ancora in grado di difendersi nel processo». Per contro, Cazzola ricorda come «il solo testimone di accusa è l’imprenditore Enzo Angelini, in pratica colui che essendo il corruttore avrebbe dovuto essere perseguito dalla giustizia».
Su una sponda opposta l’Italia dei Valori con un intervento del leader del partito Antonio Di Pietro e il senatore abruzzese Alfonso Mascitelli, che bacchettano il Pd per aver attraverso il segretario, Silvio Paolucci espresso delusione per il lavoro dei pubblici ministeri. «Il Pd manifesta la propria delusione», ha scritto Paolucci rimarcando che dopo gli arresti anche per i casi di Montesilvano, Pescara e alla Regione, «ad oggi non si è celebrato nessun processo, mentre sono tante le richieste di proroga delle indagini. Attendiamo con speranza che si faccia chiarezza sulle montagne di prove del luglio 2008».
La presa di distanze dei dipietristi verso il Pd è netta: «delegittimare il lavoro della magistratura, in questo difficile momento per la nostra regione, sarebbe un grave errore perché non è questa la strada giusta per recuperare la fiducia degli elettori che si sono giustamente allontanati dalla politica», scrivono Di Pietro e Mascitelli, «così come sarebbe un falso storico pensare che il centrosinistra in Abruzzo abbia perso le elezioni per equivoci, complotti o incidenti di percorso giudiziario».
«Chi non ha colpe», dice Mascitelli, «non ha paura a chiedere giustizia e soprattutto a parlare dentro i tribunali, anche accettando i tempi lunghi della giustizia italiana a cui sono purtroppo sottoposti tutti i cittadini normali». L’ultima riflesisone dell’Idv è in linea con le nuove indicazioni dei pm pescaresi che indicano un nuovo filone d’inchiesta non più nel centrosinistra ma nel centrodestra. «Il partito dei soldi», conclude la nota del partito di Di Pietro, «non ha colore politico e in Abruzzo ha avuto e ha tra i suoi militanti anche autorevoli esponenti del centrodestra, che per il momento hanno avuto la sola fortuna di usufruire di provvidenziali amnesie e di memoriali rimasti segreti».
Gli arresti nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella sanità scattarono all’alba del 14 luglio 2008, dopo le dichiarazioni di Vincenzo Angelini titolare del Gruppo Villa Pini, le accuse portarono all’arresto di nomi eccellenti: il presidente Del Turco, il segretario generale Quarta, gli assessori Boschetti e Mazzocca, l’ex assessore della giunta Pace Domenici, l’ex presidente Fira Masciarelli, il segretario di Mazzocca Bcciarelli, il capogruppo del Pd Cesarone, l’ex direttore del Gruppo Villa Pini Zelli e l’ex manager della Asl di Chieti Conga.
Lunedì scorso Del Turco non ha voluto fare commenti ma ha puntualizzto: «Erano o non erano una “montagna di prove schiaccianti”? E ora, ditemi dove sono queste prove che hanno costruito un mostro».
In questi mesi, secondo i pm pescaresi, ci sono stati ulteriori spunti di indagine, «l’inchiesta non ha dormito su qello che già c’era, si è allargata ed è andata avanti», sostiene il procuratore Nicola Trifuoggi, che guida il pool di magistrati composto dai sostituti Bellelli e Di Florio. Gli sviluppi riguarderebbero il ruolo di esponenti di centrodestra nello scandalo della sanità. Tra questi il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu. Chiamato in causa da Angelini in una delle sue dichiarazioni, rivelando di aver pagato al parlamentare 500 mila euro.
La vicenda Sanitopoli e il «caso Del Turco» a 12 mesi dagli arresti dell’ex presidente della giunta fa discutere. Un anniversario segnato, secondo la procura di Pescara da una inchiesta che si allarga verso il centrodestra con l’iscrizione nel registro degli indagati di 40 persone, cinque in più rispetto a un anno fa.
Ieri mattina le agenzie stampa nazionali hanno battuto l’intervento del deputato Pdl, Cazzola che ha espresso solidarietà all’ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco arrestato il 14 luglio 2008. «Nonostante la procura di Pescara parlasse pubblicamente di “prove schiaccianti”, io sostenni che si trattava di un nuovo “caso Tortora” e credo che i fatti mi stiano dando ragione», dice Cazzola che ha ricordato la vicenda nell’Aula della Camera. «Non essendosi ancora concluse le indagini nei suoi confronti», osserva l’esponente del Pdl, «Del Turco non è ancora in grado di difendersi nel processo». Per contro, Cazzola ricorda come «il solo testimone di accusa è l’imprenditore Enzo Angelini, in pratica colui che essendo il corruttore avrebbe dovuto essere perseguito dalla giustizia».
Su una sponda opposta l’Italia dei Valori con un intervento del leader del partito Antonio Di Pietro e il senatore abruzzese Alfonso Mascitelli, che bacchettano il Pd per aver attraverso il segretario, Silvio Paolucci espresso delusione per il lavoro dei pubblici ministeri. «Il Pd manifesta la propria delusione», ha scritto Paolucci rimarcando che dopo gli arresti anche per i casi di Montesilvano, Pescara e alla Regione, «ad oggi non si è celebrato nessun processo, mentre sono tante le richieste di proroga delle indagini. Attendiamo con speranza che si faccia chiarezza sulle montagne di prove del luglio 2008».
La presa di distanze dei dipietristi verso il Pd è netta: «delegittimare il lavoro della magistratura, in questo difficile momento per la nostra regione, sarebbe un grave errore perché non è questa la strada giusta per recuperare la fiducia degli elettori che si sono giustamente allontanati dalla politica», scrivono Di Pietro e Mascitelli, «così come sarebbe un falso storico pensare che il centrosinistra in Abruzzo abbia perso le elezioni per equivoci, complotti o incidenti di percorso giudiziario».
«Chi non ha colpe», dice Mascitelli, «non ha paura a chiedere giustizia e soprattutto a parlare dentro i tribunali, anche accettando i tempi lunghi della giustizia italiana a cui sono purtroppo sottoposti tutti i cittadini normali». L’ultima riflesisone dell’Idv è in linea con le nuove indicazioni dei pm pescaresi che indicano un nuovo filone d’inchiesta non più nel centrosinistra ma nel centrodestra. «Il partito dei soldi», conclude la nota del partito di Di Pietro, «non ha colore politico e in Abruzzo ha avuto e ha tra i suoi militanti anche autorevoli esponenti del centrodestra, che per il momento hanno avuto la sola fortuna di usufruire di provvidenziali amnesie e di memoriali rimasti segreti».
Gli arresti nell’ambito dell’inchiesta su presunte tangenti nella sanità scattarono all’alba del 14 luglio 2008, dopo le dichiarazioni di Vincenzo Angelini titolare del Gruppo Villa Pini, le accuse portarono all’arresto di nomi eccellenti: il presidente Del Turco, il segretario generale Quarta, gli assessori Boschetti e Mazzocca, l’ex assessore della giunta Pace Domenici, l’ex presidente Fira Masciarelli, il segretario di Mazzocca Bcciarelli, il capogruppo del Pd Cesarone, l’ex direttore del Gruppo Villa Pini Zelli e l’ex manager della Asl di Chieti Conga.
Lunedì scorso Del Turco non ha voluto fare commenti ma ha puntualizzto: «Erano o non erano una “montagna di prove schiaccianti”? E ora, ditemi dove sono queste prove che hanno costruito un mostro».
In questi mesi, secondo i pm pescaresi, ci sono stati ulteriori spunti di indagine, «l’inchiesta non ha dormito su qello che già c’era, si è allargata ed è andata avanti», sostiene il procuratore Nicola Trifuoggi, che guida il pool di magistrati composto dai sostituti Bellelli e Di Florio. Gli sviluppi riguarderebbero il ruolo di esponenti di centrodestra nello scandalo della sanità. Tra questi il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu. Chiamato in causa da Angelini in una delle sue dichiarazioni, rivelando di aver pagato al parlamentare 500 mila euro.