Si scontra con una moto e scappa In un anno meno incidenti e più morti
Urto in una galleria della Variante: pescarese ferito, automobilista rintracciato e denunciato.
PESCARA. Un’altra auto pirata sulle strade e un nuovo incidente in una delle zone ritenute più a rischio. E’ accaduto ieri mattina, alle 8, nella galleria San Giovanni della variante, in direzione Sud, quando un 34enne di Montesilvano, al volante di un’Alfa Romeo Gtv blu, si è scontrato con una moto di marca Augusta guidata da un pescarese di 32 anni, e poi si è dato alla fuga. Sul posto è intervenuta una pattuglia della polizia stradale di Piano d’Orta che ha lavorato tutta la mattina per cercare di rintracciare il conducente che aveva lasciato a terra il giovane di Pescara, ricoverato all’ospedale con alcune fratture. Solo grazie ad alcuni testimoni, si è potuto risalire al giovane per il quale scatterà ora la denuncia per omissione di soccorso. L’episodio di ieri mattina nella galleria San Giovanni è un incidente che, nella casistica degli addetti ai lavori, vigili e polizia, verrebbe definito “classico” perché avvenuto in una zona in cui i sinistri sono frequenti.
La galleria San Giovanni è infatti segnata in rosso come una delle strade ad alto rischio. Accanto, ci sono lo svincolo di Villa Raspa e l’Asse attrezzato che riporta al nome di Francesco Italiani, il giovane cameriere del ristorante Locanda Manthonè travolto nel giugno scorso da un’auto dopo essere caduto dal suo scooter. «Pescara è una città vivibile, le sue strade sono abbastanza sicure anche grazie all’azione capillare dei vigili», dice il comandante Giuseppe Chincoli. «Anzi», aggiunge, «nell’ultimo anno c’è stata un’importante diminuzione dei sinistri». Dal 2008 al 2009, gli incidenti sono diminuiti passando da 647 a 600. Numeri confortanti rispetto agli anni bui, i primi del duemila, quelli che il maggiore Antonio Sammarone, responsabile dell’ufficio infortunistica dei vigili urbani, ricorda come i peggiori: «Arrivavamo anche a 1.200 interventi».
La media attuale degli incidenti rientra nella norma, ma l’anomalia di quest’anno è che i mortali sono raddoppiati, passando da 4 dello scorso anno a 8. E’ difficile trovare un motivo a quest’alta percentuale che ha visto coinvolti soprattutto pedoni, più in là nell’età per i quali, come aggiunge il responsabile dell’ufficio infortunistica, «è ovvio che il loro corpo reagisca diversamente rispetto a quello di un ragazzo». Le vie in cui sono avvenuti i mortali coincidono spesso con quelle indicate come le strade più pericolose. Tra queste c’è la riviera, dove perse la vita l’oculista Giampiero Sponta, il 55enne che nel novembre dello scorso anno pedalava sulla riviera Nord ed è stato travolto ed ucciso da un’auto pirata, forse una vecchia Mercedes, il cui conducente non ha ancora un nome. Sul lungomare, i vigili raccontano di intervenire, d’estate, almeno una cinquantina di volte.
Risale ad agosto, l’intervento più grave di quest’anno in cui ha perso la vita il direttore dell’ottica Barberini, l’ottantenne Antonio Cossu, investito sulle strisce pedonali della riviera da una Smart. Una fatalità l’incidente di Cossu, che ha venduto gli occhiali a tre generazioni di pescaresi. «Chi non conosceva Cossu che lavorava nella via più trafficata di Pescara, corso Umberto?», aveva detto il parroco durante l’omelia. Parole simili, stessa fatalità, quella che colse un altro faro di Pescara: Eriberto Mastromattei, scomparso nell’ottobre 2008 dopo aver trascorso più di un anno in ospedale. Mastromattei era stato investito sulle strisce pedonali di viale Bovio da uno scooter guidato da un ragazzo. E viale Bovio è un’altra delle strade pescaresi che i vigili mettono in cima alle vie più pericolose: strada trafficata dove le macchine si incolonnano e dove i tamponamenti sono frequenti.
Via Tirino, la Tiburtina, corso Vittorio Emanuele, viale Marconi, viale D’Annunzio ma anche incroci come quello tra via Venezia e Firenze: sono queste le vie dove i vigili intervengono più spesso, le strade più pericolose dove, poi, accade la sciagura, come quella del marzo scorso in cui perse la vita Carmine Pierri, 65enne travolto sulle strisce pedonali in viale D’Annunzio ma, dove, quasi all’ordine del giorno, si registra anche la microincidentalità. Distrazione, mancato rispetto della segnaletica e manovre azzardate tra i motivi più frequenti degli incidenti. Paolo D’Onofrio, che guarda alle strade con l’occhio del presidente dell’associazione Vittime delle strade, trova la stessa motivazione per i sinistri: «I punti stradali pericolosi, la scarsa attenzione dei conducenti, e l’assuzione, in alcuni casi, di sostanze che alterano».
La galleria San Giovanni è infatti segnata in rosso come una delle strade ad alto rischio. Accanto, ci sono lo svincolo di Villa Raspa e l’Asse attrezzato che riporta al nome di Francesco Italiani, il giovane cameriere del ristorante Locanda Manthonè travolto nel giugno scorso da un’auto dopo essere caduto dal suo scooter. «Pescara è una città vivibile, le sue strade sono abbastanza sicure anche grazie all’azione capillare dei vigili», dice il comandante Giuseppe Chincoli. «Anzi», aggiunge, «nell’ultimo anno c’è stata un’importante diminuzione dei sinistri». Dal 2008 al 2009, gli incidenti sono diminuiti passando da 647 a 600. Numeri confortanti rispetto agli anni bui, i primi del duemila, quelli che il maggiore Antonio Sammarone, responsabile dell’ufficio infortunistica dei vigili urbani, ricorda come i peggiori: «Arrivavamo anche a 1.200 interventi».
La media attuale degli incidenti rientra nella norma, ma l’anomalia di quest’anno è che i mortali sono raddoppiati, passando da 4 dello scorso anno a 8. E’ difficile trovare un motivo a quest’alta percentuale che ha visto coinvolti soprattutto pedoni, più in là nell’età per i quali, come aggiunge il responsabile dell’ufficio infortunistica, «è ovvio che il loro corpo reagisca diversamente rispetto a quello di un ragazzo». Le vie in cui sono avvenuti i mortali coincidono spesso con quelle indicate come le strade più pericolose. Tra queste c’è la riviera, dove perse la vita l’oculista Giampiero Sponta, il 55enne che nel novembre dello scorso anno pedalava sulla riviera Nord ed è stato travolto ed ucciso da un’auto pirata, forse una vecchia Mercedes, il cui conducente non ha ancora un nome. Sul lungomare, i vigili raccontano di intervenire, d’estate, almeno una cinquantina di volte.
Risale ad agosto, l’intervento più grave di quest’anno in cui ha perso la vita il direttore dell’ottica Barberini, l’ottantenne Antonio Cossu, investito sulle strisce pedonali della riviera da una Smart. Una fatalità l’incidente di Cossu, che ha venduto gli occhiali a tre generazioni di pescaresi. «Chi non conosceva Cossu che lavorava nella via più trafficata di Pescara, corso Umberto?», aveva detto il parroco durante l’omelia. Parole simili, stessa fatalità, quella che colse un altro faro di Pescara: Eriberto Mastromattei, scomparso nell’ottobre 2008 dopo aver trascorso più di un anno in ospedale. Mastromattei era stato investito sulle strisce pedonali di viale Bovio da uno scooter guidato da un ragazzo. E viale Bovio è un’altra delle strade pescaresi che i vigili mettono in cima alle vie più pericolose: strada trafficata dove le macchine si incolonnano e dove i tamponamenti sono frequenti.
Via Tirino, la Tiburtina, corso Vittorio Emanuele, viale Marconi, viale D’Annunzio ma anche incroci come quello tra via Venezia e Firenze: sono queste le vie dove i vigili intervengono più spesso, le strade più pericolose dove, poi, accade la sciagura, come quella del marzo scorso in cui perse la vita Carmine Pierri, 65enne travolto sulle strisce pedonali in viale D’Annunzio ma, dove, quasi all’ordine del giorno, si registra anche la microincidentalità. Distrazione, mancato rispetto della segnaletica e manovre azzardate tra i motivi più frequenti degli incidenti. Paolo D’Onofrio, che guarda alle strade con l’occhio del presidente dell’associazione Vittime delle strade, trova la stessa motivazione per i sinistri: «I punti stradali pericolosi, la scarsa attenzione dei conducenti, e l’assuzione, in alcuni casi, di sostanze che alterano».