Smog alle stelle a Pescara: tanto traffico e niente pioggia, valori oltre i limiti

27 Gennaio 2025

Peggiora la salubrità dell’aria a Pescara, drammatica la situazione del centro città. E le condizioni climatiche, con la quasi totale assenza di venti e pioggia, favorisce il picco negativo nei dati sull’inquinamento.

PESCARA. La città è di nuovo sotto una cappa di smog. Da quattro giorni le centraline di rilevamento dell’inquinamento atmosferico dell’Arta continuano a segnalare sforamenti dei limiti di sicurezza delle polveri ultra sottili, chiamate in gergo tecnico Pm 2,5, quelle con un diametro inferiore a 2,5 micron facilmente respirabili dagli essere umani.

La situazione peggiore si è registrata in pieno centro, dove il traffico è più intenso e dove è maggiore la presenza delle caldaie per il riscaldamento nelle abitazioni. Queste, secondo gli esperti, sarebbero le ragioni dell’aumento dell’inquinamento, ovviamente favorito dalle condizione meteorologiche con la totale assenza di vento e di pioggia. Condizioni che favoriscono il ristagno dell’aria.

I DATI DELLO SMOG

Ecco, quindi, cosa hanno registrato in questi giorni le centraline dell’Arta di rilevamento dell’aria, tenendo presente che l’ultimo dato disponibile, reso noto dall’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente, è quello di giovedì scorso 23 gennaio. L’allarme smog è scattato di nuovo lunedì 20 gennaio. La stazione di rilevamento situata in via Firenze, in pieno centro cittadino, ha segnalato lunedì 34 microgrammi per metro cubo delle Pm 2,5, ossia le polveri ultra sottili, contro il valore limite annuale di 25 fissato dalla legge per la protezione della salute umana. Il giorno successivo, martedì 21, ancora polveri alle stelle con 29 microgrammi per metro cubo. Stesso valore è stato segnalato mercoledì 22. Poi, giovedì 23, un lieve calo delle Pm 2,5 con 26 microgrammi, ma sempre al di sopra del tetto massimo. L’Arta ha giudicato la qualità dell’aria scadente per tutti i quattro giorni con lo smog alto.

Allarme segnalato anche dall’altra centralina che rileva le Pm 2,5 in città, quella installata nelle vicinanze del teatro D’Annunzio, sulla riviera sud. Questa, lunedì 20 gennaio, ha indicato la presenza nell’aria di 32 microgrammi per metro cubo di polveri ultra sottili. Il giorno successivo, martedì 21, il valore è un po’ sceso a 29 microgrammi. Stesso trend mercoledì 22, con 27 microgrammi. Fortunatamente, giovedì 23, le Pm 2,5 sono tornate sotto il limite di sicurezza con 20 microgrammi per metro cubo. Persino in periferia la qualità dell’aria è stata giudicata mediocre. Questo perché la centralina di via Sacco, nel quartiere periferico di Villa del Fuoco, che registra non le Pm 2,5 ma solo le Pm 10, ossia le polveri sottili con dimensione inferiore a 10 micron, ha segnalato il superamento del limite di sicurezza fissato dalla legge a 50 microgrammi per metro cubo, venerdì 17 gennaio con 58 microgrammi. E ora la qualità dell’aria continua ad essere sempre mediocre. Emergenza inquinamento anche a Montesilvano. Sforamenti delle Pm 2,5 sono stati registrati lunedì 20 con 30 microgrammi per metro cubo; martedì 21 con 27 microgrammi; mercoledì 22 con 25 microgrammi. Poi, giovedì 23, il valore è sceso a 23. Nessun allarme, almeno per ora, a Francavilla.

SOTTO ACCUSA IL TRAFFICO

Secondo gli esperti, i motivi dell’aumento dello smog sono sempre gli stessi: il traffico intenso, i riscaldamenti e le condizioni meteorologiche. «Il livello delle concentrazioni delle polveri sottili nelle aree urbane», spiegano i tecnici dell’Arpa Umbria, «aumenta nel periodo autunno-inverno, cioè quando al traffico veicolare già intenso dovuto alla riapertura delle scuole e alla ripresa della normale attività lavorativa, si aggiungono le emissioni di polveri derivanti dall’accensione degli impianti di riscaldamento. Anche le condizioni meteorologiche di questo periodo determinano un innalzamento del livello delle polveri fini. Fenomeni atmosferici come quello dell’inversione termica, infatti, causano lo schiacciamento delle polveri al suolo e ne impediscono la dispersione». E ancora: «Studi epidemiologici dimostrano che quanto è più alta la concentrazione di polveri fini nell’aria, tanto maggiore è l’effetto sulla salute della popolazione».