occupazione a rischio

Soget in crisi, scattano i licenziamenti

La direzione della società ha incontrato i sindacati, ma non ha quantificato con precisione gli esuberi. Polemica la Cisl

PESCARA. Si fa concreto il rischio di licenziamento per i lavoratori della Soget di Pescara. Ieri se n'è parlato nel corso di un incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione della società per azioni che si occupa dei servizi dell'accertamento e della riscossione per conto degli enti locali in diverse regioni, tra cui l'Abruzzo.

La società ha anticipato che procederà all'apertura di una procedura di licenziamento collettivo, dopo aver spiegato i motivi di questa scelta, legati al progressivo peggioramento dell’andamento gestionale, soprattutto per la perdita di convenzioni con diverse amministrazioni comunali, avvenuta anche in questa regione. E ha parlato, poi, delle difficoltà provocate dalla riduzione degli aggi riconosciuti dai Comuni per le attività di riscossione effettuate nelle province di Pescara, Chieti, Teramo e Taranto, come spiega Vincenzo Dell'Orefice, della Fisascat Cisl.

Una situazione difficile, per la Spa, che ha deciso di seguire la strada del taglio di personale, essendoci un surplus di ore lavorate sia per quanto riguarda gli ufficiali della riscossione sia per gli addetti alla parte amministrativa. Ma l'esubero non è stato quantificato con esattezza. La Soget ha parlato infatti di 30 unità in più per i 32 esattori (ufficiali della riscossione) operativi in Abruzzo, Campania, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia. Ma per gli amministrativi non ha fornito dati. I sindacati, dal canto loro, hanno formulato delle richieste per arrivare ad un’intesa. È stata chiesta, dice Dell'Orefice, l’attivazione di un ammortizzatore sociale che consenta una razionale riorganizzazione delle aree e delle funzioni aziendali che in questa fase sono connotate da andamenti economico-gestionali negativi e la possibilità di risolvere i rapporti di lavoro solo su base “volontaria” e incentivata.

Per sapere quante persone sono a rischio si dovrà attendere l'apertura delle procedure di licenziamento collettivo dopodiché si valuterà se ci sono le condizioni per sottoscrivere un accordo o se, invece, si dovrà coinvolgere il ministero. Dell'Orefice non nasconde le sue perplessità. «Ci saremmo aspettati idee più chiare dall'azienda, e invece abbiamo registrato che manca una visione complessiva della crisi, visto che non si è parlato in maniera dettagliata dell'esubero di ore per gli amministrativi. Sarebbe stata anche auspicabile una comunicazione da parte dell'azienda sull'organizzazione ottimale a cui puntare per far fronte alla crisi stessa ma così non è stato. C'è poi l'incognita del primo luglio: da questa data gli enti potranno affidare i servizi direttamente all'Agenzia nazionale di riscossione». Per cui potrebbero esserci altre notizie negative.

©RIPRODUZIONE RISERVATA