UDINE
Sommelier uccisa, tre lettere per spiegare l'omicidio
Le ha lasciate l'ex marito prima che attuasse il suoi tragico disegno. Attesa per il ritorno della salma a Pescara
PESCARA. Si è chiusa nel silenzio, la famiglia di Donatella Briosi, la 64enne di Pescara uccisa dall’ex marito nello studio del notaio a Udine, dove si era trasferita da 30 anni. Il fratello della sommelier, Giancarlo Briosi, noto a Pescara per le ferramenta di famiglia e per l’azienda di legnami, è in attesa dell’esito dell’autopsia e di tutti gli adempimenti giudiziari e burocratici per poter riportare la salma della sorella a Pescara, dove la stessa Donatella aveva detto di voler tornare.
Intanto, dalle indagini condotte dagli investigatori friulani, emerge il particolare che l’assassino, morto poi suicida, Giuliano Cattaruzzi, abbia scritto tre lettere prima dell’omicidio-suicidio di mercoledì mattina. Tre missive che l’architetto ottantenne annunciando le sue intenzioni chiedeva perdono per quanto avrebbe fatto. Destinatari il legale, presente alla tragedia nello studio del notaio, l’attuale compagna camerunense di 39 anni e un familiare. Secondo quanto riporta il “Messaggero Veneto”, nella lettera destinata all’avvocato l’uomo avrebbe scritto che i giudici che avevano quantificato l’assegno destinato all’ex moglie Donatella avevano sovrastimato le sue possibilità economiche. Le tre missive erano nella casa di Tarcento, l’abitazione al centro della tragedia.