L'INTERVISTA
Sorgentone: il mio piano suona swing e rock’n’roll, così ho vinto la sfida in tv
Considerato fra i migliori nel suo genere, il trentasettenne musicista di Giulianova vanta collaborazioni eccellenti e più di 600 concerti in giro per l’Europa
Genio, creatività, un guizzo di imprevedibile follia: sono gli ingredienti che rendono le sue esibizioni esaltanti e assolutamente originali. Lui è Antonio Sorgentone, pianista e showman trentasettenne di Giulianova, una passione per lo swing, per il rock'n’roll e per il palcoscenico. Un talento debordante, istrionico, che è riuscito in pochi minuti di performance a convincere gli spettatori a incoronarlo re di Italia's got talent, davanti al "prestigiattore" Andrea Paris e al surreale mimo sardo Nicola Virdis.
In cinque minuti di musica scatenata, Sorgentone è riuscito a infiammare (non solo metaforicamente) il palcoscenico del talent show, dimostrando un'incredibile capacità di tenere la scena.
Figlio d’arte, il pianista abruzzese non è solo puro spettacolo, ma anche impeccabile tecnica e tanta preparazione. È mani che volano velocissime sulla tastiera in uno swing scatenato. È un coinvolgimento irresistibile di tutto il corpo: lui si alza in piedi, danza, suona coi gomiti, con i talloni. Sempre, assolutamente, trascinante. Talmente trascinante che durante la prima esibizione a Italia's got talent erano tutti in piedi, giuria compresa; e Mara Maionchi, da vecchia volpe dello show biz, non ha esitato a premiarlo con il golden buzzer, catapultandolo dritto in finale.
«Da una parte mi è dispiaciuto passare subito alla fase finale», commenta Sorgentone. «Sarebbe stato bello potermi esibire più volte. Però, quel golden buzzer mi ha dato davvero una grande soddisfazione».
Allo show di Sky, Sorgentone arriva un po’ per caso: dopo una serata al Salone Margherita di Roma, un talent scout lo nota e gli propone di partecipare. «All’inizio ero scettico», racconta, «avevo paura che la tv finisse per svilire la mia musica. Poi, per fortuna, ho cambiato idea ed è stato un successo». Un’esperienza un po’ strana, quella del talent per l’artista abruzzese: «Non ho avuto nessun contatto con i conduttori, a parte quei cinque minuti sul palcoscenico. E anche con gli altri concorrenti non ho avuto molte occasioni per creare un rapporto: aspettavo più che altro il mio turno in camerino. Ma forse quella noia dell’attesa mi ha anche aiutato: tutta la mia energia è esplosa poi sul palco». E che energia: con Bon bon 3, introdotto dal canto a tenores dei gruppo sardo Su Remediu, la vittoria è stata schiacciante.
Arrivato a Igt con il suo gruppo (il teramano Remo Leonzi alla chitarra, Riccardo Colasante alla batteria e Federico Ullo al contrabbasso), Sorgentone non è esattamente un novellino, anzi. Le mani sulla tastiera le tiene da quando aveva 10 anni, anche se la tastiera è quella della fisarmonica di papà. La sua, infatti, è una famiglia di musicisti: oltre al padre, suonano il bisnonno e il nonno, che ai suoi tempi si esibiva nei club negli Stati Uniti.
Antonio, però, è il primo a voler studiare pianoforte e da ragazzino, con un gruppo di amici, mette su una band che suona il punk. Intorno ai vent’anni, dopo una capatina nel repertorio di canzoni italiani, si converte al rockabilly e scopre la sua vera strada. Da allora, ha suonato un po’ dappertutto: pub, bar, compleanni, matrimoni. Una lunga gavetta, prima di approdare ai festival europei e alle collaborazioni con musicisti leggendari come Marvin Rainwater e Hayden Thompson.
«Questa vittoria», confessa, «mi darà sicuramente la possibilità di fare più concerti, già ho ricevuto diverse proposte. Ma non credo che la mia vita cambierà molto: ho sempre fatto musica ed è quello che ho sempre voluto fare, anche quando magari guadagnavo meno».
Tra i progetti futuri c’è anche un lp di musica tutta sua, scaricabile su tutte le piattaforme digitali, oppure da ordinare sul suo sito. «E poi, il 21 aprile sarò con la band a Giulianova, la mia città, per la festa della Madonna dello Splendore. Un appuntamento a cui tengo molto: partecipano sempre musicisti di livello e ora hanno chiamato me. Davvero una bella soddisfazione!»
©RIPRODUZIONE RISERVATA
In cinque minuti di musica scatenata, Sorgentone è riuscito a infiammare (non solo metaforicamente) il palcoscenico del talent show, dimostrando un'incredibile capacità di tenere la scena.
Figlio d’arte, il pianista abruzzese non è solo puro spettacolo, ma anche impeccabile tecnica e tanta preparazione. È mani che volano velocissime sulla tastiera in uno swing scatenato. È un coinvolgimento irresistibile di tutto il corpo: lui si alza in piedi, danza, suona coi gomiti, con i talloni. Sempre, assolutamente, trascinante. Talmente trascinante che durante la prima esibizione a Italia's got talent erano tutti in piedi, giuria compresa; e Mara Maionchi, da vecchia volpe dello show biz, non ha esitato a premiarlo con il golden buzzer, catapultandolo dritto in finale.
«Da una parte mi è dispiaciuto passare subito alla fase finale», commenta Sorgentone. «Sarebbe stato bello potermi esibire più volte. Però, quel golden buzzer mi ha dato davvero una grande soddisfazione».
Allo show di Sky, Sorgentone arriva un po’ per caso: dopo una serata al Salone Margherita di Roma, un talent scout lo nota e gli propone di partecipare. «All’inizio ero scettico», racconta, «avevo paura che la tv finisse per svilire la mia musica. Poi, per fortuna, ho cambiato idea ed è stato un successo». Un’esperienza un po’ strana, quella del talent per l’artista abruzzese: «Non ho avuto nessun contatto con i conduttori, a parte quei cinque minuti sul palcoscenico. E anche con gli altri concorrenti non ho avuto molte occasioni per creare un rapporto: aspettavo più che altro il mio turno in camerino. Ma forse quella noia dell’attesa mi ha anche aiutato: tutta la mia energia è esplosa poi sul palco». E che energia: con Bon bon 3, introdotto dal canto a tenores dei gruppo sardo Su Remediu, la vittoria è stata schiacciante.
Arrivato a Igt con il suo gruppo (il teramano Remo Leonzi alla chitarra, Riccardo Colasante alla batteria e Federico Ullo al contrabbasso), Sorgentone non è esattamente un novellino, anzi. Le mani sulla tastiera le tiene da quando aveva 10 anni, anche se la tastiera è quella della fisarmonica di papà. La sua, infatti, è una famiglia di musicisti: oltre al padre, suonano il bisnonno e il nonno, che ai suoi tempi si esibiva nei club negli Stati Uniti.
Antonio, però, è il primo a voler studiare pianoforte e da ragazzino, con un gruppo di amici, mette su una band che suona il punk. Intorno ai vent’anni, dopo una capatina nel repertorio di canzoni italiani, si converte al rockabilly e scopre la sua vera strada. Da allora, ha suonato un po’ dappertutto: pub, bar, compleanni, matrimoni. Una lunga gavetta, prima di approdare ai festival europei e alle collaborazioni con musicisti leggendari come Marvin Rainwater e Hayden Thompson.
«Questa vittoria», confessa, «mi darà sicuramente la possibilità di fare più concerti, già ho ricevuto diverse proposte. Ma non credo che la mia vita cambierà molto: ho sempre fatto musica ed è quello che ho sempre voluto fare, anche quando magari guadagnavo meno».
Tra i progetti futuri c’è anche un lp di musica tutta sua, scaricabile su tutte le piattaforme digitali, oppure da ordinare sul suo sito. «E poi, il 21 aprile sarò con la band a Giulianova, la mia città, per la festa della Madonna dello Splendore. Un appuntamento a cui tengo molto: partecipano sempre musicisti di livello e ora hanno chiamato me. Davvero una bella soddisfazione!»
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