PESCARA

Sottrae un milione a 15 clienti: promotore finanziario nei guai

Per l’uomo, 59 anni, dipendente di una banca pescarese, il pm chiede il processo. Le cifre tolte ai risparmiatori variano da 5mila a 500mila euro negli anni tra il 2018 e il 2020

PESCARA. Nel giro di circa due anni, in qualità di promotore finanziario di una nota banca di investimenti che opera anche a Pescara, è riuscito ad appropriarsi di oltre un milione e 100mila euro: soldi che erano depositati sui conti dei clienti che facevano parte del suo portafoglio e per i quali curava i rispettivi patrimoni.

Un piccolo scandalo che diede origine all’inchiesta che si è conclusa con la richiesta di processo avanzata dal pm Andrea Di Giovanni, dopo tre anni di indagini. Appropriazione indebita è il reato che viene contestato al promotore di 59 anni M.I., nato e residente in un piccolo centro del Chietino, provincia dalla quale provengono peraltro molte delle 15 parti offese che la procura ha individuato e che adesso cercheranno di rientrare delle loro perdite: soldi che spesso erano il frutto dei loro risparmi, gestiti in maniera del tutto autonoma e soprattutto senza l'autorizzazione degli interessati.

Nel capo di imputazione, infatti, il pm scrive che l’imputato «per procurarsi l’ingiusto profitto costituito dalle provvigioni percepite mediante la gestione del loro patrimonio immobiliare, si appropriava di somme di denaro, operando sul conto con movimentazioni d’investimento e disinvestimento all’insaputa dei titolari, apponendo la loro firma apocrifa sulle distinte bancarie e ponendo in essere innumerevoli operazioni di investimento in titoli ad alto rischio senza la specifica sottoscrizione autorizzativa dei titolari, determinando il totale azzeramento del loro patrimonio mobiliare», con «l'aggravante», aggiunge il pm, «di aver cagionato alle persone offese un danno patrimoniale di rilevante gravità e di aver commesso il fatto con abuso di relazione d’ufficio», riferendosi probabilmente alla sua posizione all’interno della banca.

Le cifre variano dai 5.000 euro fino ai 523 mila euro sottratti a un imprenditore del Chietino, ma residente in un centro del Pescarese: soldi, scrive sempre il pm nel capo di imputazione, «costituiti dai versamenti effettuati sul conto corrente in varie tranche nonché da dazioni di denaro consegnato direttamente nelle mani dell'imputato, senza rilascio di alcuna ricevuta».

Non meno importanti le somme sparite dai conti delle altre parti offese, anche perché si parla di cifre importanti per una famiglia: 130 mila euro, 129 mila, 103 mila, 27 mila, 40 mila, 50 mila e via dicendo, che i risparmiatori avevano affidato a quel promotore nel tentativo di guadagnare qualcosa in più rispetto agli interessi, quasi pari a zero, dei normali conti correnti bancari. Il modus operandi era sempre lo stesso, così come anche i titoli nei quali l’imputato investiva che, nella quasi totalità degli episodi presi in considerazione dalle indagini, appartenevano alla “Etc Eftsc Natgas Lev/Sht”, considerati ad altissimo rischio.

Una vicenda che ora dovrà essere trattata dal giudice per l’udienza preliminare, Antonella Di Carlo, nell'udienza fissata per il prossimo 6 ottobre, al termine della quale il giudice dovrà decidere se rinviare o meno a giudizio l’imputato, a meno che non intervenga una richiesta di rito alternativo. Gli episodi contestati sono 12 e coprono un arco temporale che va dal 2018 al 2020.