PESCARA
Sparatoria in piazza Salotto: l'aggressore in carcere a Pesaro, il 23enne resta grave
Federico Pecorale è di Montesilvano, ma vive e lavora in Svizzera: era tornato in Abruzzo il 4 aprile. Non aveva precedenti, l'avvocato preannuncia la richiesta di perizia psichiatrica. Lite scoppiata per i tempi di cottura degli arrosticini
PESCARA. Restano gravi le condizioni del 23enne ferito ieri con più colpi di arma da fuoco esplosi da un cliente del ristobar di Pescara in cui lavora come cuoco. Il fatto, scaturito da futili motivi, è avvenuto nel primo pomeriggio di ieri, nella centralissima piazza Salotto. Per l'episodio, la polizia in tarda serata ha catturato Federico Pecorale, 29enne di origini abruzzesi ma emigrato in Svizzera, che stava fuggendo in taxi sull'A14. L'uomo, catturato nell'area di servizio Metauro, in provincia di Pesaro e Urbino, è sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per tentato omicidio e porto d'arma. Pecorale era arrivato il 4 aprile a Pescara e ci sarebbe rimasto fino al 16. Alloggiava in un albergo in centro, non risulta avere precedenti penali né il porto d'armi anche perché in Svizzera aveva il riconoscimento d'invalidità civile di natura psichiatrica a seguito di un incidente che avvenne sotto la galleria di Montesilvano. Alla luce di ciò, il suo difensore, avvocato Florenzo Coletti, preannuncia la richiesta di una perizia psichiatrica.
"Stanotte mi chiamato la questura di Pescara per comunicarmi che Federico aveva nominato me: attualmente è nel carcere di Pesaro perchè il fermo è stato effettuato nella zona di competenza del tribunale marchigiano; stanotte è stato identificato a Pescara e poi accompagnato in carcere a Pesaro. Attendiamo l'esito della fissazione dell'udienza di convalida del fermo", spiega l'avvocato Coletti: "Conosco Federico da diversi anni, oltre che un rapporto professionale a legarci c'è un rapporto di amicizia. Federico è originario di Montesilvano ed era emigrato in Svizzera diversi anni fa con la famiglia. Periodicamente viene in Abruzzo e tra l'altro lo avevo incontrato qualche giorno fa quando è venuto a trovarmi in studio per dirmi che si fermava qualche giorno a Pescara".
Insoddisfazione per la qualità degli arrosticini e per i tempi di attesa . Questi i motivi all'origine della discussione che ha portato Pecorale a sparare al cuoco 23enne. A confermarlo è il questore del capoluogo adriatico, Luigi Liguori, che nel corso di una conferenza stampa ha ricostruito i dettagli della delicata operazione. Liguori ha sottolineato "l'imprevediblità" del soggetto, fattore che ha reso estremamente rischioso l'intervento, condotto mentre il presunto aggressore era a bordo di un taxi, diretto all'estero. Intanto, in ospedale, il 23enne "lotta tra la vita e la morte", ha sottolineato il questore. Il cuoco 23enne - originario di Santo Domingo, ma da tempo residente in Abruzzo, padre di un bimbo di due anni - è stato sottoposto ad intervento chirurgico ed è ora ricoverato in Rianimazione, intubato, in prognosi riservata.
"Grazie al questore Liguori e agli uomini della Polizia di Stato per la complessa e articolata attività investigativa e di prevenzione che ha permesso, in poche ore, di individuare e bloccare con un delicato intervento in sicurezza il presunto autore dell'efferato delitto verificatosi ieri in piazza Salotto a Pescara". Sono i ringraziamenti del prefetto di Pescara, Giancarlo Di Vincenzo, nei confronti della polizia per l'arresto dell'uomo che ha sparato a un cuoco 23enne in un ristobar in pieno centro. "Ancora una volta - aggiunge in una nota - senza enfatizzazioni, ne sottovalutazioni, le forze di polizia hanno dato prova, con freddezza e razionalità, della professionalità messa in campo a tutela della sicurezza di questo territorio".