Spoltore, la corte dei conti sugli accordi Arca: "Renzetti paghi 200 mila euro di danni"

La procura della Corte dei Conti cita l’ex sindaco per gli accordi su campo sportivo e scuola

PESCARA. Duecentomila euro. È questa la cifra che la procura regionale della Corte dei Conti dell’Aquila chiede, come risarcimento danni, all’ex sindaco di Spoltore, Donato Renzetti, per la «gestione caotica» degli accordi tra Comune e l’Arca. Un campo sportivo da più di 400 mila euro mai realizzato e un’area di quasi 10 mila metri quadrati per una scuola mai ceduta al Comune: sono queste le contestazioni mosse a Renzetti contenute in un atto di citazione. Il vice procuratore generale Massimo Perin accusa l’ex sindaco Pd – attuale commissario del partito a Loreto e già presidente della Gtm – di «mancata vigilanza» sui patti risalenti al 1999 e poi cambiati nel 2001 con una delibera della giunta Renzetti.

Accordi non rispettati. Ma il campo sportivo a Villa Raspa di Spoltore, vicino alla cittadella commerciale e alle villette a schiera e ai palazzi, è stato fatto o no? E l’area per la scuola è stata ceduta al Comune o no? Dopo le denunce dell’opposizione e gli atti inviati dal Comune, la procura della Corte dei Conti l’ha chiesto anche all’ex dirigente Domenico De Leonardis, lo stesso che nell’inchiesta penale della forestale sul presunto malaffare a Spoltore ha risposto alle domande degli investigatori sulle ingerenze della politica nell’urbanistica. «Per quanto mi riguarda», così ha risposto l’ex dirigente, «alla data di oggi (7 maggio 2013) il campo di calcio la cui realizzazione era prevista nel piano è stato realizzato per una percentuale dello 0,5 per cento e lo stesso è soltanto transennato. Sempre ad oggi, non mi risulta che la società Arca srl, oggi Adriatica spa, abbia ceduto il terreno di 9.200 metri quadrati al Comune e da destinare a edificio scolastico».

«Gestione caotica». Per la procura della Corte dei Conti, Renzetti non è l’unico responsabile: «Emerge una gestione caotica del rapporto tra Arca (ora Adriatica) e il Comune, alla quale hanno contribuito certamente più amministratori e funzionari, ma appare assai difficoltoso rinvenire una completa e piena responsabilità di tutte le persone che si sono interessate alle varie fasi procedimentali. Per questo», scrive Perin, «è rinvenibile la colpa grave dell’allora sindaco Renzetti». In un passaggio, Perin parla di una gestione troppo superficiale: «Renzetti ha svolto la funzione di primo amministratore di Spoltore per un significativo periodo di tempo, ben oltre 5 anni, dove una vicenda come quella del piano particolareggiato direzionale - Villa Raspa è stata mal programmata e mal gestita, al punto che il Comune non ha percepito quanto dovuto dalla società in termini di oneri di urbanizzazione e non ha acquisito i beni».

Occasione persa. Perin dice che, per il Comune di Spoltore, 18 mila residenti, un piano come quello dell’Arca avrebbe potuto essere un’occasione «rilevante» per l’economia cittadina e, proprio per questo, Renzetti avrebbe dovuto «vigilare sulla corretta esecuzione dei procedimenti amministrativi e, in particolar modo, doveva vigilare affinché i procedimenti amministrativi fossero regolarmente avviati ed eseguiti assegnando le relative responsabilità sia all’assessore competente sia al dirigente al quale dovevano essere impartite le giuste direttive». Invece, per la Corte dei Conti, il procedimento Arca presenta ancora «profili di forte opacità ed evidenti illegittimità».

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