Stangata sull’Aquila dopo il derby col Chieti
Gli strascichi della partita persa dai rossoblù con i neroverdi: multa di 5 mila euro e squalifiche per i dirigenti DI Nicola e Gizi nonché i calciatori Infantino, Testa e Carcione. Stop di tre giornate per il tecnico del Chieti Tiziano De Patre
PESCARA. Queste le decisioni del giudice sportivo della Lega Pro in merito al derby L’Aquila-Chieti.
Multa di 5.000 euro all’Aquila perché «propri sostenitori rivolgevano reiterate frasi offensive verso la terna arbitrale; gli stessi, un gruppo di circa trenta elementi, dopo il termine della gara, si introducevano indebitamente nel piazzale antistante gli spogliatoi per reiterare gli insulti alla terna arbitrale, tentando anche un'aggressione, impedita soltanto dall'intervento delle forze dell'ordine; per indebita presenza negli spogliatoi, al termine della gara, di dirigenti non inseriti in distinta che provocavano un principio di colluttazione con tesserati della squadra avversaria, uno dei quali veniva raggiunto da uno schiaffo al volto».
Squalifica fino al 30 giugno 2013 per il responsabile dell’area tecnica Ercole Di Nicola per «per comportamento offensivo e minaccioso verso l'arbitro durante la gara; lo stesso sferrava un pugno in direzione dell'arbitro, senza colpirlo per il pronto intervento di altri dirigenti; al termine della gara attendeva l'arbitro e gli indirizzava un'ulteriore frase offensiva e minacciosa».
Squalifica fino al 30 giugno 2013 all’amministratore delegato Elio Gizzi (consigliere di Lega) perché «indebitamente presente negli spogliatoi, al termine della gara, unitamente ad altri dirigenti, colpiva con uno schiaffo al volto un calciatore della squadra avversaria provocando un principio di rissa».
Inoltre sono stati squalificati per due giornate l’attaccante Infantino e per una il portiere Testa e il capitano Carcione. Stop di tre giornate per il tecnico del Chieti Tiziano De Patre perchè «al termine della gara, nello spazio antistante gli spogliatoi tentava di aggredire un dirigente della squadra avversaria dopo avergli rivolto frasi offensive e minacciose».