Strage sfiorata alle case popolari, fermato un 40enne a Fontanelle
La polizia scopre l’autore del rogo in via Caduti per Servizio: filmato mentre si rifornisce di benzina Poi, il blitz in monopattino per dare fuoco all’ascensore: trovati anche i vestiti ancora sporchi
PESCARA. È un 40enne con il monopattino il presunto autore del rogo doloso che, all’alba di mercoledì scorso, ha trasformato le case popolari di via Caduti per Servizio 15 in un inferno di fuoco con un bilancio di 8 intossicati e una strage sfiorata. Un incendio appiccato a meno di 24 ore dagli sfratti al quarto e quinto piano nel palazzo: cacciate le famiglie di due condannati per rapina, furto e calunnia e poi minaccia, violenza, danneggiamento e ricettazione. Il 40enne, anche lui pregiudicato, è stato fermato dai poliziotti della squadra mobile e portato nel carcere di San Donato. Alla base del fermo ci sono una serie di video in cui si vede l’uomo rifornirsi di benzina in un distributore di carburante e poi raggiungere le case popolari con il monopattino. È questa la prima risposta delle istituzioni alla sfida lanciata dai criminali a Fontanelle.
BENZINA E VESTITI
A distanza di tre giorni dall’incendio, la polizia ha chiuso il cerchio intorno all’esecutore materiale: durante una perquisizione in casa del sospettato, sono stati trovati anche vestiti ancora sporchi. Secondo la ricostruzione della squadra mobile, guidata dal dirigente Gianluca Di Frischia e dal vice Mauro Sablone, il 40enne si sarebbe cambiato prima e dopo aver appiccato il fuoco al vano ascensore. Un incendio che avrebbe potuto provocare morti su morti: se la residente di un palazzo vicino non si fosse affacciata sul balcone intorno alle 5 per ritirare i panni stesi prima di andare a lavorare e non avesse notato le lingue di fuoco uscire dal portone, sarebbe stata una strage. In via Caduti per Servizio 15 stavano dormendo tutti: sono stati i poliziotti e i vigili del fuoco a svegliare gli inquilini e a metterli in salvo, compresi bambini e un neonato di appena una settimana.
CASA POPOLARE OCCUPATA
Un gesto folle che ha fatto il paio con un altro episodio: nella serata di giovedì, qualcuno è entrato nel palazzo, è salito fino al quinto piano e con una mola a disco e una mazza di ferro ha provato a scardinare la lastra d’acciaio per rientrare nell’alloggio sgomberato. Secondo gli indizi raccolti dalla polizia, la persona che ha tentato di occupare l’alloggio è un 28enne. Quel tentativo è fallito a causa dell’arrivo delle volanti, allertate dai residenti: l’uomo, forse avvisato da un palo appostato nel cortile, è riuscito a scappare: forse, ha tagliato la catena che chiudeva un cancello di ferro ed è fuggito dal tetto. Sul posto, anche il questore Carlo Solimene a guidare i poliziotti: questo è il segnale che la malavita di Fontanelle ha superato il limite e che la questura non avrebbe tollerato niente altro. Ieri, il caso Fontanelle è stato al centro di una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto Flavio Ferdani: in questa sede, è passata la linea della tolleranza zero per azzerare ogni rischio. Altra decisione è che gli sfratti non si fermeranno: a breve scatteranno altri sgomberi.
movente e mandante
L’indagine della squadra mobile adesso continua: l’obiettivo è capire perché il 40enne ha messo fuoco all’ascensore e se ha agito per conto di qualcuno. L’interrogativo di fondo dell’inchiesta è uno: esiste un legame tra gli sfratti dei condannati di martedì mattina e il rogo scoppiato all’alba di mercoledì? Una domanda aperta. E la risposta potrebbe arrivare dal cellulare del 40enne.
due precedenti
Non è la prima volta che nei palazzi popolari si appicca il fuoco agli ascensori: era accaduto anche sempre in via Caduti per Servizio, al civico 49, nella notte tra il 30 e il 31 maggio, e il 12 settembre del 2023 in una palazzina di via Aldo Moro, a San Donato.