CARCERE DI VASTO

Trotta suicida in cella. I periti della parte civile: “Poteva essere salvato”

11 Dicembre 2024

Il caso, che risale al 2021, riguarda il noto psichiatra pescarese Sabatino Trotta, che si è impiccato nella sua cella. I consulenti medici: “Ci ha messo 20 minuti per morire, non è escluso che fosse possibile salvarlo”

VASTO. Udienza questa mattina al Tribunale di Vasto per il suicidio in carcere del noto psichiatra pescarese Sabatino Trotta avvenuto il 7 aprile del 2021, nel giorno del suo arresto nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Pescara su presunte tangenti legate a una Cooperativa di Lanciano per una serie di appalti con la Asl. Su questa vicenda ci sono due filoni distinti, quello che si è discusso stamattina riguarda l'agente di custodia Antonio Caiazza, al quale viene contestato l'omicidio colposo e la violazione dell'Articolo 40 del Codice Penale e di norme in materia di prevenzione di suicidi oltreché di sorveglianza dei detenuti nella sezione in cui si trovava Trotta.

Al cospetto del giudice monocratico, Stefania Izzi, sono stati ascoltati i due consulenti medici parti civili Adriano Tagliabracci e Vittorio Fineschi. Entrambi hanno posto in evidenza l'assoluta assenza di controllo del detenuto durante la permanenza all'interno della cella. Nella loro perizia hanno specificato che lo psichiatra pescarese ha impiegato 20 minuti per morire a seguito dell'impiccamento. "Se si fosse intervenuti in quel lasso temporale - hanno detto - non è escluso che il detenuto avrebbe potuto essere salvato. Va anche ricordato che l'assunzione in cella è avvenuta tra i 60 e i 90 minuti prima del gesto fatale".

Il prossimo 12 marzo nuova udienza con l'esame dell'imputato e gli ultimi tre testi di difesa. Discussione al 23 aprile del 2025 alle ore 15.00. Caiazza è difeso dall'Avvocato Arnaldo Tascione, mentre il fratello e i genitori di Trotta sono difesi dall'Avvocato Ernesto Torino Rodriguez.